Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un western tagliente come l'acciaio affilato, e corrosivo come la sabbia rovente, eppure compatto come il cuoio. Il colore caldo e grezzo del legno giovane, che sottolinea l'apparente innocenza di un paesaggio sospeso su una riva ai margini del mondo, si trasforma in un rosso infernale, che è il colore del fuoco e del sangue che ribolle. Il cambio di scenografia è il segno esteriore di una sorta di processo organico, innescato dall'arrivo dello straniero senza nome. Lui, il visitatore misterioso ed inatteso, è il catalizzatore di un fenomeno fisiologico, che rivolta la coscienza di una comunità, mettendone a nudo le parti infiammate dal rancore ed ulcerate dal rimorso. In quest'opera, come ne "Gli spietati", Clint Eastwood dipinge un mondo di cowboy in cui la violenza è una ferita umida e pulsante, che pervicacemente affligge la morale di una umanità allo sbando.
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