Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Protagonista del film è il rimorso degli abitanti del villaggio per avere lasciato massacrare lo sceriffo dai tre criminali imprigionati: in realtà anche loro avevano interesse a liberarsi dell'uomo della legge che aveva scoperto scottanti segreti. Lo straniero, animato da sete di vendetta (mascherata da avidità di denaro), non sorride mai: dedicherà appena un mezzo sorriso al nano che gli salva la vita. È importante insistere sul desiderio di vendetta che anima lo straniero: non è vero infatti, come dice Mereghetti, che è "libero lo spettatore, alla fine, di stabilire chi fosse veramente", perché invece, alla fine, lo straniero ce lo dice eccome chi fosse (è probabile che Mereghetti sia troppo superiore per vedersi il film fino alla fine; probabilmente a metà film ha abbandonato la sala con una risatina alla Tuto e la fatidica frase "ma io mi meraviglio di voi che continuate a guardarlo...") ed è lì la chiave del suo arrivo nella cittadina che ribattezza Hell.
Lo straniero senza nome arriva in un villaggio del West e fa fuori tre malintenzionati che lo avevano preso di mira. Gli abitanti lo assoldano per difendersi da tre criminali incarcerati per l'omicidio dello sceriffo, i quali stanno per uscire di prigione. Lo straniero nomina sceriffo un nano e organizza la difesa del villaggio. Fatta giustizia sia dei criminali sia degli ipocriti cittadini, se ne andrà verso il deserto da cui era venuto.
Alla sua terza regia dopo "Brivido nella notte" (1971) e "Breezy" (1973), Clint Eastwood firma la regia con piglio alla Don Siegel e confeziona un western di buona fattura, memore anche della lezione dello spaghetti western di ascendenza leoniana. Sicuramente uno dei migliori prodotti del genere.
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