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Megan Is Missing

Regia di Michael Goi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Megan Is Missing

di undying
6 stelle

Film sconsolante per via di un finale nerissimo ma, al tempo stesso, capace di trasmettere un messaggio importante a tutti gli adolescenti che reputano Internet, in particolar modo le chat room, un luogo sicuro. "Megan is Missing", dopo una fallimentare e tardiva distribuzione, nel 2020 è diventato virale su un celebre social network.


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Los Angeles, gennaio 2007. Due ragazzine adolescenti, Megan (Rachel Quinn) e Amy (Amber Perkins), per quanto diverse di carattere sono legate da una profonda amicizia. Condividono ogni loro esperienza, passando maggior parte del tempo libero assieme e, quando per altre ragioni non possono vedersi, si telefonano o si ritrovano su qualche chat room. Megan, abbandonata dal padre e violentata dal patrigno a soli nove anni, è anche più disinibita; nonostante la problematica situazione familiare vive con trasporto e ottimismo i suoi quattordici anni, facendosi facilmente sedurre da ragazzi sconosciuti. Tenta di coinvolgere Amy a "lasciarsi andare", invitandola a una festa a base di alcol, fumo, droga e sesso orale ma quest'ultima reagisce malamente, finendo per sentirsi male. Amy non condivide quello stile di vita, essendo timida e romantica, legata a valori più tradizionali. Nonostante tutto rispetta il diverso comportamento di Megan: è l'amica del cuore, quella su cui può sempre contare, con la quale fantastica sul futuro, su un comune destino immaginato artefice di un radioso avvenire che le attende in un paese lontano, il Texas. Essendo "millennial girls", sono cresciute sviluppando una vera passione per la tecnologia: Amy è felice per una videocamera che il padre le regalerà il giorno del suo compleanno; Megan vive una seconda vita nel mondo virtuale delle chat. Proprio durante una sessione online, durante una discussione con un'amica, scopre il profilo di Josh. In seguito lo vede esclusivamente tramite foto dato che quando lui si collega per chattare si rende disponibile solo con l'audio, sostenendo di avere problemi con la webcam. Megan è attratta da quel bel ragazzo che "conosce" solo in fotografia. Crede a quello che lui gli racconta, è sempre più affascinata quando scopre che pratica surf e skateboard, pertanto non rifiuta la proposta di incontrarsi a una festa. L'appuntamento, però, si rivela una delusione: Megan aspetta quattro ore, senza vederlo. Più tardi scopre, contattandolo via web, che lui era presente ma, essendo timido, non ha avuto il coraggio di avvicinarla pur trovandola bellissima. A quel punto Megan si confida con Amy, informandola che ha fissato un secondo appuntamento in prossimità di un fast food. Da quando Megan esce di casa per incontrare Josh scompare, allarmando la madre, l'amica, le sue compagne di liceo. La polizia si mobilita, i media speculano su una ipotetica fuga d'amore. Ma i giorni trascorrono senza che Megan dia più sue notizie; si inizia a pensare a un possibile rapimento quando spunta il filmato di una videocamera di sorveglianza. È allora che Amy inizia a parlare, sino a comparire come testimone in un servizio televisivo. Le conseguenze saranno agghiaccianti: Amy viene minacciata via internet da Josh, il quale asserisce di aver assunto un'identità fittizia. Successivamente anche Amy viene rapita. Su un sito feticista compaiono due atroci immagini di Megan, sottoposta a sevizie. La polizia, nei primi giorni di marzo del 2007, trova la telecamera di Amy all'interno di un cassonetto dei rifiuti. Con ripugnanza si scopre che contiene 22 minuti di riprese effettuate dall'assassino. Quelle riprese testimoniano la terrificante e assurda agonia vissuta - durante gli ultimi, raggelanti, istanti di vita - dalla sventurata adolescente.

 

"Penso che avremo delle vite stupende... sì. Ci trasferiremo in paesi diversi e mangeremo cibi strani, come quelli che fanno vedere in quegli stupidi canali TV che guardi. E conosceremo ragazzi con accenti stranieri, ragazzi pericolosi che sono spie internazionali o qualcosa così... A Venezia, in Italia. È più romantica del Texas."
(Megan)

 

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Megan is Missing: Rachel Quinn e Amber Perkins 

 

Il 9 gennaio 2002, presso Oregon City (Oregon), Ashley Pond, una ragazzina di soli 12 anni, viene rapita mentre sta andando a prendere l'autobus, diretta a scuola. L'8 marzo dello stesso anno identica sorte tocca a Miranda Gaddis, 13 anni, anche lei sparisce mentre si dirige verso la fermata dell'autobus. Miranda e Ashley sono quel che si dice "migliori amiche". La soluzione al mistero è vicina, perlomeno in termini territoriali, molto vicina. Il responsabile della loro scomparsa risponde al nome di Ward Weaver, padre di una conoscente delle vittime, residente nel medesimo quartiere. Lo stesso individuo già denunciato in precedenza da Ashley Pond per tentato stupro. Quando nell'agosto del 2002 l'FBI inizia una perquisizione in proprietà di Weaver, per primi vengono alla luce i resti di Miranda: il suo corpo, messo all'interno di una enorme scatolone; i resti di Ashley, invece, richiedono più tempo per essere rintracciati nonché la necessità di scavare, essendo stati nascosti sotto una lastra di cemento nel cortile di Weaver, rinchiusi dentro un barile da 55 galloni. Una storia triste, squallida, spaventosa considerando la giovanissima età delle due vittime. Questo fatto di cronaca impressiona Michael Goi, direttore della fotografia e saltuariamente regista, in seguito coinvolto alla direzione di celebri serie televisive tipo American Horror Story (2016) e Sleepy Hollow (2017). Goi scrive una sceneggiatura molto vagamente ispirata alla vicenda reale che si sviluppa maggiormente nell'ambiente virtuale di internet. Ha in mente di girare un mockumentary, genere in quegli anni estremamente di moda e intende sottoporre all'attenzione del pubblico i pericoli, le insidie, gli inganni che possono coinvolgere navigatori sprovveduti, quali possono essere appunto degli adolescenti. Non solo, vuole mettere in rilievo il morboso attaccamento mediatico su fatti di cronaca (qui tira in ballo un "Chi l'ha visto?" americano) tenuto da giornalisti che sembrano più orientati a fare audience che non risolvere i casi di persone scomparse.

 

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Megan is Missing: Rachel Quinn

 

Nel breve tempo di soli sette giorni, con una troupe composta da cinque persone e un budget di circa 35.000 dollari, realizza nel 2006 Megan is Missing, facendo uso di una tecnica elementare: quella appunto del found footage, alternato alle riprese split screen di lunghe sessioni in chat. Lo fa in maniera semplice ma verosimile, proprio per questo impressionante. Impiega la prima ora di tempo per descrivere il mondo spensierato, ingenuo, idilliaco di due innocenti e tenere ragazzine quattordicenni, la cui aspettativa di vita è ricca di promesse, piacevoli scoperte (l'amore, i viaggi) e fantasiose ipotesi su un futuro radioso. Poi, bruscamente, il registro del racconto va in direzione opposta: poco prima del recupero della videocamera di Amy l'orrore compare sullo schermo e ha l'aspetto di due foto bondage molto familiari, viste da chiunque almeno una volta, di quelle che riempiono i siti web a contenuto fetish. Da questo punto in poi Megan is Missing assume l'aspetto di un delirante horror, ma non per quel che mette in mostra (il gore e lo splatter non sono nemmeno sfiorati), ovvero per la disperazione evocata dal solo pensiero che una giovane vita possa essere stroncata, nel pieno del vigore, in maniera così brutale; per il ribrezzo suscitato dalla certezza che la morte arriverà a portarsi via Amy nel peggiore dei modi possibili: chiusa dentro un barile, al fianco dei miseri resti di Megan, quindi sepolta viva nonostante i suoi ininterrotti lamenti, i suoi pianti, le sue inutili invocazioni di pietà che vanno via via attenuando di volume mentre la terra, con il suo peso tutt'altro che lieve, ricopre interamente il macabro contenitore. Rimasto nel limbo per cinque anni, nel 2011 il film trova nell'Anchor Bay Films una distribuzione ufficiale. Va molto male, viene addirittura bandito in alcuni paesi (Nuova Zelanda), quando non rifiutato dal pubblico che, ormai, è assuefatto al sottogenere "mockumentary", in maggior numero composto da opere di modesta qualità. Viene persino scarsamente valutato dagli utenti dell'imdb, alla stregua di un qualsiasi Paranormal Activity. Ma la potenza del lungometraggio (soprattutto ìnsita nel messaggio che Goi intende trasmettere) non resterà inespressa. È solo una questione di tempo. È destinata a manifestarsi, esplodendo nel 2020, grazie al passaparola. Megan is Missing diventa virale su "Tik Tok" quando un utente pensa di sottoporre gli iscritti a una sfida, consistente nel guardarlo il maggior tempo possibile senza interromperne la visione. Se ne parla perfino su Twitter e il film viene visto in pochi giorni da decine di milioni, perlopiù giovani, spettatori. Tanto che Amber Perkins (Amy nel film) informa del fenomeno il regista. È allora che Goi si sente in dovere di fare un comunicato ufficiale, che ha questo tenore:

 

«Ho ricevuto un messaggio da Amber Perkins, attrice protagonista del mio film, comunicandomi l'improvvisa diffusione dello stesso su Tik Tok senza darmi il tempo di fornire i consueti avvertimenti che facevo alle persone prima che guardassero Megan Is Missing. Non guardarlo nel cuore della notte, non guardarlo da soli e se vedete le parole 'Foto numero uno' apparire sullo schermo, avete circa quattro secondi per spegnere il film nel caso stiate già andando fuori di testa, prima di iniziare a vedere cose che non volete vedere. Mi scuso con gli utenti che in questo momento stanno commentando dicendo quanto il film li abbia spaventati, ma mi rivolgo a coloro che pensano di vederlo ma ancora non l'hanno fatto».

 

Si è dunque verificata una singolare influenza di massa che, da un lato, dimostra ancora una volta il facile condizionamento, esercitato a livello quasi subliminale, dei media (in questo caso la Rete), dall'altro ha reso merito a un film, per quanto girato in estrema economia, nèttamente superiore tra quelli presenti nello sterminato catalogo titoli composto da mockumentary. 

 

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Megan is Missing: Rachel Quinn 

 

"Il mio rapporto con Internet è buono. Come tutti gli strumenti, dipende dall'uso che se ne fa. André Breton affermava che Sade fissava il confine oltre il quale non era possibile andare. Tutto questo, culturalmente e socialmente, è stato superato da Internet. Nel senso che su Internet c'è molto più di qualunque cosa uno possa immaginare. È una specie di realtà al cubo, c'è tutto e infinitamente più di tutto e infinitamente più di tutto di tutto. È un incubo."

(Aldo Nove)

 

Trailer 

 

Megan is Missing (Michael Goi, 2011) - V.O.

 

F.P. 19/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 85'32")

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