Regia di Nicholas Mross vedi scheda film
Che cos'è il Bitcoin, chi l'ha inventato e perchè? Come si è sviluppato dal 2009 della sua nascita al 2014 e che futuro avrà? Questo documentario dà una risposta quasi attendibile a tutte queste domande.
Il lato positivo di The rise and rise of Bitcoin: la tempistica (nel 2014 la moneta virtuale era piuttosto popolare, ma ancora non all'apice della sua diffusione e notorietà) e l'ufficialità, poichè fra gli intervistati di questo documentario troviamo numerosi personaggi il cui operato è legato a doppio filo alla parabola del Bitcoin. Il lato negativo: le parti 'difficili' della questione, quelle eccessivamente tecniche in campo elettronico e quelle meramente finanziarie, sono spesso banalizzate e, si suppone, per almeno due motivi: venire incontro allo spettatore medio e non divulgare troppe informazioni su una macchina da soldi dal potenziale incredibile. A discapito delle certezze del lavoro diretto da Nicholas Mross, inoltre, gli economisti non concordano affatto sul futuro successo o addirittura sulla necessità della moneta informatica, e c'è perfino chi ammonisce a non cadere nelle facili lusinghe di questa probabile bolla di sapone economica: tutto ciò, però, nel film è assente. Lo scenario risulta in ogni caso chiaro: un esordio misterioso, una lenta diffusione nei primi tempi, accompagnata da uno scetticismo generale, e infine una diffusione a macchia di leopardo anche e soprattutto grazie al deep web, il primo spazio (per quanto virtuale) ad accettare in maniera estesa il Bitcoin. Le implicazioni morali sono il passo successivo di cui Mross deve occuparsi, sebbene l'opinione - parziale, si capisce - dei protagonisti del documentario non faccia altro che scaricare qualsiasi responsabilità della moneta dall'uso che ne viene fatto. La storia è ancora in fieri e l'entusiasmo comprensibile, così come la diffidenza. 5,5/10.
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