Regia di Luca Tornatore vedi scheda film
Alan non riesce a rassegnarsi di essere stato lasciato dalla moglie; mentre continua invano a cercarla, chiamarla e pedinarla, prova a trovare un’altra donna in chat. Nella sua trappola cade Ines.
Il problema principale di questo film, opera prima in lungometraggio per il regista e sceneggiatore Luca Tornatore, risiede nell’approfondimento psicologico della figura del protagonista: un approfondimento non tanto mancante, ma evasivo, guidato in maniera incerta. Lo stalker interpretato da Ignazio Oliva è infatti impulsivo, testardo e soprattutto odioso, ma una fondamentale componente del ritratto sembra essere lasciata in secondo piano, e cioè la pericolosità. Giulia, la ex moglie, sembra più stanca di Alan, che impaurita da lui; la relazione fra stalker e vittima si basa anche sull’incapacità di difendersi e sul terrore da parte della seconda, tutte cose che non traspaiono a sufficienza da questa storia, se non nel tragico (e coraggioso, data l’ambizione di denuncia da parte del lavoro) finale. Ma soprattutto colpisce la carenza di dettagli sulla vita di Alan e sulle sue precedenti esperienze sentimentali, che potrebbero farci capire meglio le presupposte ragioni che muovono l’aguzzino. St@lker – meno male che c’è quella chiocciola! – è un thriller psicologico nel quale la tensione vacilla e la psicologia, come appena rilevato, non va del tutto a segno; un lavoro certo onesto e diretto con l’evidente volontà di lasciare un messaggio, ma che non centra completamente, fors’anche per carenza di budget, i suoi obiettivi. Fra gli altri interpreti si trovano anche Anna Foglietta e, nei panni di un carismatico venditore-mental coach, Francesco Salvi, sempre a suo agio in ruoli drammatici. Curiosità: anche se nel film tira di boxe (amatorialmente), Ignazio Oliva non è parente di Patrizio, così come Luca Tornatore, nonostante sia regista, non ha parentele dirette con il premio Oscar Giuseppe. 3/10.
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