Regia di Luca Tornatore vedi scheda film
Lei è impiegata d’azienda single, introversa, romantica. Lui ha lasciato il lavoro dopo la rottura di un matrimonio fatto di incomprensioni e casi sporadici di violenza. Ossessionato dalla ex moglie, Alan è il vettore della morbosità in un racconto di solitudini, è stretto da morsi di libido che allenta con una mistress conosciuta online ed è desideroso di una nuova compagn(i)a da cercare in chat. Una storia vera, che scava nelle disfunzioni del nostro tempo per raccontare due urgenze sociali: da una parte la virtualizzazione dei sentimenti, dall’altra il fenomeno dello stalking, che Alan pratica ai danni della ex moglie e quindi della new entry Ines. L’obiettivo è alto, da perseguire mediante i codici del thriller psicologico in interni e di quello fattuale negli spazi aperti del virtuale, della rete, delle comunicazioni interrotte (in chat, sms e WhatsApp) che contrappuntano con efficacia la frammentarietà di psicologie destabilizzate dall’esubero (prima) o dalla carenza (poi) di realtà. Peccato che il livello tecnico di St@lker rasenti l’amatorialità, con la sola Foglietta a muoversi con grazia tra missaggi audio difficoltosi, flashback inondati da luce frontale postprodotta e raccordi gestiti da una segreteria di edizione che consente agli oggetti di scomparire nei cambi di inquadratura. E peccato che al centro del racconto vi sia un imprenditore-imbonitore dalla battuta triviale sempre pronta, che poco ha che fare con la storia e che serve solo a propinarci l’ennesima caricatura berlusconiana in ritardo sui tempi.
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