Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
Tutt'altro che un horror, tutt'altro che la classica storia di vampiri: questo Vampyr è piuttosto un thriller (grande suspence, ritmo alto) di pochi dialoghi e montaggio frenetico che pare, piuttosto che più semplicemente intrattenere con una storia di mostri, volere scavare a fondo nella mente umana, alla ricerca delle ossessioni e delle fobie che condizionano l'esistenza. Perennemente sospeso a cavallo fra realtà e proiezione, esperienza sensibile e sogno (o delirio?), questo è uno dei titoli più noti di Dreyer e si capisce bene perchè: è pressochè impossibile infatti non rimanere impressionati e suggestionati dai mille spunti che scaturiscono da volti, inquadrature, effetti 'speciali' (la classica sovrapposizione di due scene identiche in cui solo in una si muove l'attore, dando l'idea dello spirito, del fantasma), didascalie inquietanti ('Che notte meravigliosa, tutto sembra irreale', per citarne una dei primi minuti: e in effetti questa è l'aria che si respira per tutto il film: calma piatta, ma minaccia costante di sciagura in arrivo). Il regista danese aveva già prodotto quasi una decina di titoli, ma questo è il suo primo lavoro dotato di sonoro; non pare però interessato a svilupparne le potenzialità, creando invece una pellicola di tenebrose atmosfere e stati d'animo irrequieti. Purtroppo, nota a fondo pagina, sono riuscito a reperire solamente una versione di qualità mediocre e dal doppiaggio italiano, a voler essere benevoli, scadente; difficile godersi appieno la visione in queste condizioni. 8/10.
Di passaggio in una locanda, David viene visitato nottetempo da un uomo che annuncia la propria morte. David lo rintraccia: arriva al castello dell'uomo, ma qui scopre che una strana serie di morti azzannati alla gola si sta sviluppando negli ultimi tempi. La responsabile sarebbe una donna creduta morta e sepolta, in realtà vampira: bisognerà piantare quindi un paletto di legno nel cuore della non-morta.
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