Regia di Carl Theodor Dreyer vedi scheda film
Splendida e suggestiva incursione di Dreyer nell'immaginario horror del vampirismo: scritto insieme a Christen Jul ispirandosi a Carmilla dell'irlandese Joseph Sheridan Le Fanu, Vampyr è un capolavoro di abbagliante splendore visivo che mutua l'estetica del cinema espressionista tedesco con il rigore di una messinscena smagliante per potenza evocativa ed ardore espressivo, in cui Dreyer esplora tra atmosfere oniriche ed inquietanti (magistralmente rese dalla straordinaria fotografia di Rudolph Maté) le pulsioni più tenebrose dell'inconscio, lasciandole emergere in un angosciante crescendo narrativo, ulteriormente impreziosito nella resa spettacolare dalle riprese in esterni naturali (con le scenografie curate dall'Hermann Warm che collaborò anche a Il gabinetto del dottor Caligari), dai virtuosismi registici (ombre che si separano dai corpi che le proiettano, la celeberrima sequenza della soggettiva della sepoltura del protagonista) e dalle sperimentazioni tecniche (il sapiente lavoro in fase di registrazione e montaggio del sonoro). Un'opera affascinante ed unica nel cinema del Maestro danese.
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