Attraverso un libro sul vampirismo David Gray sconfigge una setta di non-morti. Un capolavoro dell'horror tra espressionismo e onirismo, un grande film sperimentale in cui Dreyer lavora sul sonoro e u cromatismi bianchi accecanti. Celebre la sequenza della sepoltura in soggettiva, citata mille altre volte. Il film è ispirato a "Carmilla" di Sheridan Le Fanu.
Opera di atmosfera inquietante e macabra, ove l'esile trama è un pretesto per permettere a Dreyer di sperimentare soluzioni visive all'avanguardia. Al confine tra cinema muto e sonoro, difficilmente classificabile in maniera univoca, appartiene più al genere gotico soprannaturale e psicologico che all'horror propriamente detto. Voto: 8,5 su 10.
Pellicola sperimentale, forse intimista, che appare riduttivo, e impreciso, relegare nel genere horror. Dreyer dimostra particolare predisposizione nel comporre un'opera sempre in bilico tra simbolismo e mondo onirico resa particolarmente efficace grazie all'uso mirato del sonoro, opzione allora recente ma ottimamente sfruttata.
Ispirato a Carmilla di Sheridan Le Fanu, Dreyer crea una serie di scene di grande intensità espressiva, in grado di esprimere un’autentica atmosfera da incubo soffuso da un’irreale bellezza. Il film sembra come avvolto in una nebbia eterna, ottenuta con il semplice espediente di un filtro di garza sulla cinepresa.
Film innegabilmente di qualità che sente però il peso degli anni e non gode di particolare freschezza. Si fa apprezzare molto nel suo contesto, con scene e costruzioni che faranno scuola ma per lo spettatore moderno può risultare noioso.
Non ho mai visto un film così suggestivo, la famosa soggettiva dalla bara(che non conoscevo prima di averla vista) mi ha lasciato sbalordito, una delle riprese più geniali che mi sia capitato di vedere.
Allan Grey (Julian West, pseudonimo del barone Nicolas de Gunzburg) è un uomo accupato nello studio delle forze demoniache. Un giorno arriva al villaggio di Courtempierre nei pressi di una locanda dall’aspetto un po’ lugubre e decide di pernottarvi. Qui viene avvicinato da un uomo misterioso (Maurice Shultz) che gli consegna degli incartamenti sigillati intimandogli di aprirli… leggi tutto
Allucinante. Dreyer realizza una sogno nebbioso, e oggi ci si accorge che possiede tracce lynchiane ben 70 anni prima…
Meraviglioso capolavoro orrorifico, lontano da Bram Stoker, Nosferatu o altro. Vampyr è un esperimento d'avanguardia cinematografica.
Rarefatto da mandare in esaurimento nervoso il regista stesso per il suo insuccesso.
Oggi si rimane estasiati. Ancora.
Titoli che, per un motivo o l'altro, mi hanno trapassato cavalcantianamente il cuore e lì sono rimasti imperterriti, infinitamente amati e mai dimenticati, tanto che ancora adesso, se appoggi l'orecchio bene…
Vampyr è un film di atmosfere oniriche e stranianti, rese tali da una fotografia che sfrutta i bianchi così come il sonoro (col quale Carl Theodor Dreyer era soltanto al primo approccio) enfatizza e "brutalizza" il silenzio. La luce e la musica aprono al soprannaturale le porte di quello che sembra essere invece un tranquillo paesaggio fluviale, mentre l'orrore striscia sibilino,…
Molta della produzione cinematografica a cavallo tra anni '20 e '30 gioca sulla suggestione visiva, su effetti di luci e di suoni che anche dopo quasi un secolo non sfigurano ed anzi rafforzano il peso relativo delle immagini, vuoi per la mancanza del sonoro e del colore, vuoi per un gusto della sperimentazione che andrà progressivamente affievolendosi quando il cinema diventerà…
Che privilegio poter vedere sul grande schermo le grandi pellicole dei decenni passati, grazie ai sempre meritori lavori di restauro, in questo come in molti altri casi portato avanti dalla benemerita Cineteca di Bologna nell'ambito del progetto Il Cinema Ritrovato. Ancora maggiore soddisfazione quando si tratta di una pellicola risalente ad addirittura nove decadi fa (1932), agli…
Siamo decisamente fuori ormai dal periodo delle feste e ci sono almeno tre titoli che potrebbero scardinare il re, l'Uomo Ragno, dalla posizione dominante mantenuta praticamente ogni giorno (ancora ieri era primo)…
"...E dopo, quando abbiamo fatto un secondo film e un terzo sapevamo bene che non ci sono solo i problemi sociali. Abbiamo anche alcuni problemi ontologici e ora credo che un bell'ammasso di merda sia in arrivo dal…
Da sempre l'affascinante, conturbante figura del vampiro suscita l'interesse e stimola la creatività di molti, non solo nel mondo della letteratura, ma anche, e soprattutto, in quello dell'arte cinematografica..…
Film del 1932 diretto dal grande regista danese Carl Theodor Dreyer;è questo il primo film sonoro fatto dal regista anche se al suo interno è quasi totalmente assente e poco importante la presenza del dialogo.
Di tutti i film di Dreyer è quello da cui è più facile iniziare ad osservare I suoi lavori.
Più che un film horror è un film onirico,con…
Venerdì 13, quale giorno migliore per continuare la bella iniziativa di supadany con un mini-sondaggio sugli horror preferiti dagli utenti di Filmtv? Io ne ho inseriti 10, a voi il compito di aggiungerne degli…
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Commenti (7) vedi tutti
Opera di atmosfera inquietante e macabra, ove l'esile trama è un pretesto per permettere a Dreyer di sperimentare soluzioni visive all'avanguardia. Al confine tra cinema muto e sonoro, difficilmente classificabile in maniera univoca, appartiene più al genere gotico soprannaturale e psicologico che all'horror propriamente detto. Voto: 8,5 su 10.
leggi la recensione completa di port crosPellicola sperimentale, forse intimista, che appare riduttivo, e impreciso, relegare nel genere horror. Dreyer dimostra particolare predisposizione nel comporre un'opera sempre in bilico tra simbolismo e mondo onirico resa particolarmente efficace grazie all'uso mirato del sonoro, opzione allora recente ma ottimamente sfruttata.
commento di undyingIspirato a Carmilla di Sheridan Le Fanu, Dreyer crea una serie di scene di grande intensità espressiva, in grado di esprimere un’autentica atmosfera da incubo soffuso da un’irreale bellezza. Il film sembra come avvolto in una nebbia eterna, ottenuta con il semplice espediente di un filtro di garza sulla cinepresa.
commento di Marcello del CampoFilm innegabilmente di qualità che sente però il peso degli anni e non gode di particolare freschezza. Si fa apprezzare molto nel suo contesto, con scene e costruzioni che faranno scuola ma per lo spettatore moderno può risultare noioso.
commento di alfatocoferoloCapolavoro del cinema muto. Dreyer è un grandissimo regista, o meglio, è stato. Comunque trama e scenografia la fanno da padrone in questa pellicola.
commento di MondoMarcioNon ho mai visto un film così suggestivo, la famosa soggettiva dalla bara(che non conoscevo prima di averla vista) mi ha lasciato sbalordito, una delle riprese più geniali che mi sia capitato di vedere.
commento di crazydiamond39