Regia di Walter Hill vedi scheda film
Walter Hill decide di giocare con l'estetica cine-musicale, di applicare lo schema della favola per definire uno scenario iconico come pochi altri. Quando i luoghi comuni del cinema anni cinquanta incontrano la potenza del rock'n'roll o fai un film ridicolo che affoga nei suoi stereotipi oppure fai un film mitico. Il nostro riesce ,con i suoi eccessi di azione e di parola che lasciano senza fiato, a fare un cinema che eplode nella definizione di un immaginario po(p)tentissimo notturno e stilizzato, fumettistico certo ma che non diventa mai un cartone animato. Un film che lascia spazio anche ai sentimenti e che diventa un modello per molto cinema orientale per i suoi parossismi senza mai perdere l'occasione di costruire un dialogo meno che incisivo senza fronzoli e ricami inutili. Il triangolo eroe-bella-bruto viene portato di forza in un luogo ultraviolento senza tempo e senza legge. Il nostro lo sappiamo pensa sempre western qui aggiunge sovrappone le estetiche , nello stesso film si passa dalla violenza tutto sesso e rock delle gang giovanili a quella apocalittica post-umana delle strade di fuoco. Dentro ci puoi trovare Corman e Carpenter impegnati in una discussione filosofico-estetica sulla violenza dove alla fine il bene vince sempre sul male. Un opera che colpisce che definisce un mondo-cinema ultra-mitico e ultra-iconico che distrugge tutto quello che non gli serve per arrivare alla morale per cui l'eroe può salvare la bella ma non può stare con lei per tutta la vita pur amandola.
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