Regia di Karine De Villers, Mario Brenta vedi scheda film
Un anziano, poco prima di sottoporsi a un intervento a cui potrebbe non sopravvivere, racconta al figlio l'abuso sessuale subito mezzo secolo prima in collegio, a opera di un frate confessore.
Film 'artistico', astratto nella forma, più che fiction, lavoro a soggetto; un documentario che procede per suggestioni, fors'anche. Qualsiasi definizione gli si voglia attribuire, Agnus dei non è un film banale senza ombra di dubbio; ma è anche un'opera decisamente ostica i cui propositi di base sono per forza di cose irrealizzabili - e cioè raccontare l'irraccontabile, mettere in scena proprio ciò che non si può mostrare. Lo scandalo è quello di uno stupro, lo stupro di un ragazzino in collegio, una violenza sessuale commessa da un monaco tanti anni prima. Lo impariamo da una didascalia in apertura, ma le immagini non aiutano granchè a ricostruire la storia e i traumi a essa legati. Ci pensano perciò le parole, il commento letto dalla voce off di Karine De Villers, compagna del regista. Documentarista attivo da quasi mezzo secolo, Mario Brenta ha lavorato anche come aiuto di Eriprando Visconti ed Ermanno Olmi, firmando a proprio nome solamente una manciata di titoli in svariati decenni. La potenza impressionistica dello sguardo della macchina da presa è la cifra del suo cinema: un cinema di oggetti e paesaggi nei quali l'uomo si ritrova quasi accidentalmente, in questo caso particolare un cinema spoglio e decadente, arresosi alla dichiarata impossibilità di rappresentare l'irrappresentabile. 27 minuti di durata. 4,5/10.
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