Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Due fratelli (Sorvino e Lo Bianco) vedono messo in discussione il loro innato machismo: dei figli del secondo, il piccolo soffre di anoressia (si era nel 1978, la cosa non era così frequente) e il grande vorrebbe fare l’animatore per bambini dell’ospedale anziché lavorare agli impianti elettrici insieme al padre; finirà per andarsene di casa portandosi dietro il fratellino, alla ricerca di un posto più sano dove farlo crescere. Commedia sanguigna e proletaria ambientata fra operai italoamericani, in stile che rimanda a Cassavetes (Lelia Goldoni proviene dritta da Ombre) per i tipi umani e per la recitazione leggermente isterica. Mulligan non attenua l’abbrutimento morale dei personaggi (il marito puttaniere picchia la moglie credendo, a torto, che l’abbia tradito) ma ne evidenzia anche i momenti di tenerezza: Sorvino rievoca la morte accidentale del suo neonato, Lo Bianco illustra al figlio l’etica del lavoro. Il titolo originale, “Fratelli di sangue”, si riferisce a una favola che Gere racconta ai bambini per animare il loro senso di reciproca solidarietà.
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