Regia di Lucifer Valentine vedi scheda film
Vomitevole insieme di schifezze splatter, tenute assieme senza alcuna logica narrativa nel solo intento di scandalizzare. Inguardabile.
Angela (Ameara Lavey) è una giovane prostituta che alterna la professione con una più decorosa attività da stripper. A causa di una pessima educazione, rifugge dalla norma e dalla religione per cedere, invece a logiche sataniche, finendo per essere trasportata in un mondo di abiezione e violenza estrema dove piscio, vomito e sangue trovano un minimo comune denominatore: la Morte.
In un mondo schifoso e ingiusto qual è il nostro ci mancava solo Lucifer Valentine, personaggio -vogliamo davvero chiamarlo regista?- con qualche rotella fuori posto, che debutta nel 2006 con questo "sbocco di vomito cinematografico" destinato ad avviare una trilogia (poi composta da un ulteriore e inatteso quarto pezzo girato nel 2015: Black mass of the nazi sex wizard).
Slaughtered vomit dolls è la classica bufala spacciata per film estremo. Che lo è, di fatto, estremo ma non per via delle schifezze sbattute, senza alcun nesso logico, in faccia allo spettatore quanto invece per la povertà che regna sovrana in ogni settore: budget inesistente, un regista incapace quanto gli attori improvvisati, lavoro spregevole al montaggio con sequenze iperveloci e a scatto, utilizzo eccessivo e sovrabbondante di filtri colore e del trattamento immagini stile "invecchiato" con variazioni in b/n. La totale mancanza di rispetto per il cinema si manifesta nella messa in scena volutamente confusa dei ferocissimi delitti che mostrano, con dovizia di particolari: occhi estrapolati dalle orbite, visi scorticati, braccia recise da una sega, taglio della gola con fuoriuscita -a fontana- di sangue, deprivazione di calotta cranica con rimozione del cervello e susseguente atto antropofago (con rigetto ovviamente).
Chi, dove e perché si stia macchiando di queste feroci crimini non è dato sapere. E sembra che al nostro Lucifer freghi meno che a noi saperlo. Quello che interessa a questo estremo (per povertà di idee e contenuto) aspirante regista è mostrare insistenti e ripetute scene di vomito: nella tazza del cesso, tra il piscio, o in un enorme boccale così che il raffinato esecutore possa poi riberselo e rimettere a ripetizione, dando via ad un loop di sporca e degenerata coazione a ripetere. Questo "demenziale" lavoro non fa paura, nemmeno schifo (probabile aspirazione di Lucifer): rimane invece esemplare modello di incapacità artistica che coniuga un uso disastroso delle immagini con un altrettanto incapace tentativo di incastro musicale. Di colonna sonora è impossibile trattarsi, quella del film è un'accozzaglia di rumori, fastidiosi e stridenti... e c'è da scommettere che -data la banalità dell'insieme- certi pezzi ascoltati al contrario riservino parole blasfeme. A ben vedere un primato questo SVD se lo è conquistato, essendo probabilmente il più brutto film horror degli ultimi dieci anni, alla faccia del (incredibile a dirsi) consenso di pubblico.
Curiosità
La protagonista della trilogia, Ameara Lavey, è purtroppo prematuramente mancata nel Settembre del 2017, alla giovane età di 34 anni.
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