Regia di Federico Fellini vedi scheda film
La storia di una povera e piccola donnina, venduta ad un bruto e violento fenomeno da baraccone, che si esibisce paese per paese spezzando le catene con la forza del torace. Per quanto lui sia sgradevole, lei alla fine ci s'affeziona.
E' un Fellini squisitamente neorealista, l'autore de "La strada", uno dei suoi capolavori più apprezzati ed amati all'estero. Un Fellini che fa girare la sua macchina da presa tra i paesetti impoveriti e desolati del dopoguerra, che evita con attenzione di riprendere qualsiasi casa solida, qualsiasi persona benestante, qualsiasi paese ancora del tutto in piedi, come a voler sottolineare la mancanza di solidità e di sicurezza che affliggono l'umanità qui rappresentata. Un'umanità che non riesce a mettere le radici da nessuna parte, costretta a girovagare in ogni dove e con ogni clima per campare e che non può permettersi amore, affetto e tantomeno un tetto.
Nonostante ciò, la pellicola sembra pregna di una morale ottimista un po' Chapliniana, che afferma che, nonostante tutto, ognuno è utile ed ha il suo posto nel mondo. Persino i sassi. Lo comprende bene la povera Giulietta Masina, che decide di restare fino alla fine assieme al suo bruto per quanto violento egli sia, dato che crede quello sia il suo dovere e si sente addirittura amata da lui, per quanto i fatti le diano torto. Ma come si può non affezionarsi al suo personaggio di Gelsomina? Una donnina piccola ed indifesa, preda del terribile Anthony Quinn che la usa come un oggetto. Una donnina non bella e che non sa neanche cucinare, ma pregna di un'enorme sensibilità e soprattutto di un talento mimico che ricorda un tantino Charlie Chaplin ed Harpo Marx. In lei s'incarna la metafora della donna degli anni '50. Una donna debole, fragile e sottomessa al suo uomo, costretta talvolta a sposarsi controvoglia, a seguire ovunque il marito ed ad accontentarne tutti i capricci, solo per campare.
Ma nonostante tutto non si prova odio neanche per Anthony Quinn. Un uomo si rozzo, ma capace di grandi slanci affettivi. Chi meglio di Quinn poteva interpretare il bruto? Chi poteva tinteggiare quel personaggio di cattiveria e bontà, di violenza e tenerezza rendendolo credibile? Chi se non Quinn?
Questo fantastico duo è la metafora dell'umanità senza certezze, apparentemente libera, ma schiava di sé stessa e della povertà del dopoguerra. In giro tra la neve ed il sole, costantemente sotto il ricatto della vita, vogliosa solo d'arrivare ad un pasto serale.
Fellini qui non usa lo strumento del sogno da contrapporre alla realtà, ma riesce comunque ad essere incisivo e commovente. Difatti "La strada" è senza dubbio uno dei suoi capolavori.
Da non sottovalutare comunque le musiche del maestro Rota, che aderiscono sempre così bene alle situazioni ed ai personaggi simbolo di estrema povertà e sembrano sempre donare qualche nota di fiaba e di tenerezza al tutto.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2
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