Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Come nasce "La strada"? ,sicuramente dall'osservazione di una realta' italica.....che se nel dopoguerra viveva una crisi per la lotta alla sopravvivenza incarnata dall'operaio Antonio Ricci di "Ladri di biciclette" adesso faceva i conti con una crisi di tipo esistenziale di cui il benessere economico che stava sopraggiungendo era portatore,adesso il bene materiale è quello che conta, non piu' i valori umani.La gente dovendo fare i conti con un certo smarrimento si rifugia nei dogmi o nelle ideologie piu' rappresentative di quel momento:Cristianesimo e Comunismo,ma c'e' anche chi vira nell'esistenzialismo, Fellini insieme ad altri autori come Antonioni e Bergman è una specie di trasfiguratore di questi temi che escono sicuramente dal didascalismo neorealista e si addentrano nelle corde dell'animo umano,"LA STRADA" è quindi uno dei film che ha rivoluzionato un modo di fare cinema in Italia,nato da una coesione di idee tra Fellini e Pinelli,il regista riminese si avventura letteralmente in una sorta di viaggio picaresco,metafora piu' di un percorso esistenziale di cui sono protagonisti due vagabondi di strada che vivono alla giornata,Zampano' e Gelsomina,due anime antitetiche,il primo:uomo brutale e rozzo,la seconda una piccola donna dall'animo mite e ingenuo,con un terzo personaggio che è pure un altro saltimbanco di strada: il matto,letteralmente un clown-filosofo che rappresenta l'aria.La storia del film è descritta con un afflato poetico che sdrammatizza molto la desolazione e la miseria dell'Italia del dopoguerra,Fellini ci ha messo molto di suo in quest'opera,Zampano',Gelsomina e il matto non sono altro che dei suoi alter-ego,con tutto il candore e la purezza, brutalita' e geniale follia, il rapporto tra Zampano' e Gelsomina puo' essere letto in molti modi....alcuni hanno visto una metafora del matrimonio tra Fellini e la Masina scatenando le ire delle femministe,ma questa chiave di lettura è secondo me errata,il regista era piu' che altro ossessionato dall'idea di mettere in scena una possibilita' di redenzione in un mondo ormai privo d'amore,si serve dunque di autori come Chaplin, anche se Gelsomina non è un personaggio che agisce e ricorre allo sberleffo come difesa contro la cattiveria del prossimo,il suo personaggio è piu' che altro un essere che si limita ad osservare e sopratutto a subire,mentre Zampano' incarna la brutalita' terra ,terra,il matto è invece un essere poetico e angelico, schiavo pero' di un tragico destino,questi tre percorsi vitali si intrinsecano in una sorta di favola antropologica di tipo reale,in cui l'irreale è rappresentato dallo spiritualismo dei personaggi,degli esseri stagliati sullo sfondo del mondo circense e degli zingari,Gelsomina è quasi un anima trasognante che vive in un mondo tutto suo che paradossalmente condivide la sua esistenza con il suo opposto Zampano' che la tratta alla stregua di un oggetto,tra queste due anime diverse c'e'" il matto" un uomo elegiaco che prende Gelsomina sotto la sua ala protettiva,facendole credere nella vita,perche': "anche un sassolino inutile ha la sua utilita'",gli eventi purtroppo prenderanno una brutta piega,con Zampano' che uccide il matto nel corso di una zuffa,da questo momento Gelsomina impazzisce e Zampano' l'abbandona al suo destino.......ma il dolore per lui ritornera' piu' prepotente che mai nella piena solitudine di una spiaggia,una scena con una forte carica emotiva,con Antonhy Quinn con le braccia protese verso il cielo,quasi a cercare una spiegazione al suo dolore.Un film che ha aperto dunque la trilogia cattolica di Fellini,che lo ha confermato come autore innovativo del nostro cinema,con tematiche non piu' di tipo neoralistico,ma di quelle spirituali qui ritratte in un contesto da lui amato,quello dei circensi e dei vagabondi che in una storia come questa assumono dimensioni da moderna favola picaresca alimentata da un respiro tragico e malinconico a cui la Masina e Quinn danno vita in maniera superlativa, tutto il resto lo fa la genialita' visionaria di Fellini....
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