Regia di Federico Fellini vedi scheda film
VOTO 10/10 Un classico del cinema mondiale, selezionato più volte nelle liste dei migliori film di tutti i tempi come quella della rivista "Sight and sound" nel 1992, in cui si classifico' quarto nel sondaggio dei registi. Un apologo sulla solitudine dell'essere umano e la precarietà dei rapporti fra gli individui, forse a tratti un pò troppo dimostrativo di una tesi che si avvicina al mistero della Fede (come nel dialogo in cui il Matto spiega a Gelsomina che tutto ha un ruolo nell'universo, anche un misero sassolino), ma con molte sequenze all'insegna di una toccante poesia e di una profonda commozione: fra le più belle, quella della visita in un convento della strana coppia formata da Gelsomina e Zampanò, e il drammatico finale in cui Zampanò si ritrova a piangere da solo su una spiaggia notturna dopo avere appreso la notizia della scomparsa di Gelsomina. I tre personaggi principali sono alquanto "tipizzati", soprattutto la Gelsomina della Masina che mantiene intatta per tutto il film la stessa espressione tenera ed impaurita: secondo il celebre critico americano Pauline Kael rappresentano la Mente (il Matto), il Corpo (Zampanò) e l'Anima (Gelsomina). Con tutto ciò, è impossibile non commuoversi quando si ascoltano le stupende note del maestro Nino Rota, soprattutto il toccante tema musicale suonato alla tromba da Gelsomina, divenuto una delle melodie più famose e amate della storia del cinema. Un film che ho sottovalutato all'inizio, ma dopo svariate visioni mi sono reso conto che la sua grandezza sta proprio nella sua semplicità da favola moderna, nella pregnanza dei suoi significati allegorici e nella perfetta efficacia della realizzazione. Uno dei film preferiti dello stesso Fellini, e il punto di svolta per il suo successo a livello internazionale con l'Oscar per il miglior film straniero vinto ad Hollywood. La Masina è grande e avrebbe fatto meglio solo nelle Notti di Cabiria, Anthony Quinn è perfetto per la rude fisicità e l'animalita' zingaresca di Zampano' e Richard Basehart è espressivo nel ruolo di un folletto alla Benigni che tirerà fuori la vena tragica del maestro riminese. "Essential viewing" dicono gli americani.
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