Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Il ritmo lento, quasi svogliato, come il caracollare di Charles Serking, poeta e declamatore, per le città degli Stati Uniti, tra happening culturali, reading, kermesse alternative, perennemente destinate a finire con una bottiglia di alcol o una lattina di birra. È questa la cifra stilistica più evidente del film che Marco Ferreri ha estratto da 4 dei 42 racconti dall'omonimo romanzo autobiografico di Charles Bukowski, poeta e scrittore maudit, che nel film vediamo vivere a ricasco della ex moglie, sottaniere incallito con un debole per l'eccesso di carne come per una ragazza (Muti) di cui soltanto in sottofinale scopriremo la vera identità.
Visto a distanza di tanti anni, il film - Davide di Donatello per la migliore regia nonché nastro d'argento a Taormina - sembra essere divorato dall'usura del tempo. In esso, Ben Gazzara, affiancato da una Ornella Muti più imbalsamata del solito, interpreta con sguardo allucinato un personaggio controverso, estremo, costantemente alla ricerca dell'eccesso, tutto Bacco, tabacco e Venere, in un contesto straniante sottolineato da riprese in campo lunghissimo e da brusche svolte grottesche e che, dalla pagina letteraria, sembra smarrire una delle sue caratteristiche maggiori: l'umorismo.
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