Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
E' difficile trovare un'attrice che possa incarnare alla perfezione un personaggio letterario; come rendere credibile un quadro intorno cui ruota la storia di un film. In un romanzo l'operazione è semplice poiché ognuno può immaginarselo come vuole ma quando devi renderlo in immagini è difficilissimo evitare l'effetto crosta di Teomondo Scrofalo, che a me, personalmente rovina il piacere della visione. Ecco, Isabelle Huppert è semplicemente perfetta con la sua combinazione di fragilità e sensualità dirompente. I difetti, per me, sono in un racconto troppo frammentato che vuole mettere insieme troppi fatti ed episodi senza concedere allo spettatore una tregua di meditazione di tipo esistenzialista o spirituale. La battuta finale del padre di Alphonsine mi sembra più una concessione amichevole del regista verso Volonté che una denuncia credibile di una società mostruosa. Per il resto, il film non ha cadute di stile e la messinscena non delude mai. E' vero, è come la pittura espressionista ma con un velo di malinconia, caravaggesco, con ombre marcate che prevalgono sulla luce. Sì, la protagonista è proprio come una Madonna di Caravaggio, una donna di strada riscattata dall'arte.
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