Regia di Ernesto Daranas vedi scheda film
La condotta è importante. Anche se hai 11 anni, vivi a Cuba, porti a casa i soldi ottenuti dai combattimenti clandestini del tuo cane, non sai chi sia tuo padre e tua madre è perennemente devastata dalla droga e dall’alcol. Questa è la vita di Chala, spirito indomito, grande cuore - già occupato dalle pulsioni per una riluttante compagna di classe - e troppa irruenza. L’unico faro della sua esistenza è rappresentato da Carmela, splendida maestra e madre suppletiva per tutti, piegata, ma non spezzata, da un infarto e da un tragico lutto: donna testarda e combattente a cui cercano di imporre la pensione, che lei rimanda, consapevole di essere l’unico collante tra le istituzioni e una serie di ragazzi sempre al confine con l’emarginazione sociale. Ha un bello sguardo l’opera di Daranas, odora di passione e verità, tiene il più lontano possibile la retorica, ma naviga anche tra le onde sicure del più convenzionale neorealismo da festival, a cui cerca di aggiungere un discorso politico abbozzato con troppa timidezza. Vigile opera civile da un lato e racconto di formazione dall’altro, che mostra la corda proprio quando si adagia su un progressismo obiettivamente dal fiato corto, mentre trova le cose migliori nei personaggi di contorno, o soffermandosi sui particolari. Tirando fuori il meglio da un gruppo di attori fantastici, con i più piccoli che coinvolgono senza ricattare e gli adulti che portano in volto le proprie ferite biografiche. Le ferite di un paese.
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