Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Punto apicale del genere fantasy (anche se in realtà è quasi un fantastico) prima dell'uscita de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson e motivo d'orgoglio della cinematografia tedesca. Tratto dall'omonimo volume, che per ironia della sorte è stato scritto da un autore che ha un nome in contrasto col titolo dell'opera (si chiama Ende, cioè “fine”), La Storia Infinita, diretto da quel Wolfgang Petersen che aveva già stupito con U-Boot 96, beneficia di scenografie, fotografia ed effetti speciali tra i più belli della storia del cinema. La parte ambientata nella palude, dove trova la morte il cavallo Artax, supera i livelli offerti dalla Hollywood dell'epoca. Scandalosamente non premiato (e neppure nominato) con le statuette oscar e battuto anche ai Saturn Awards (da Gosthbusters quale miglior film fantasy e dalla colonna sonora di Gremlins), La Storia Infinita si rivolge soprattutto a un pubblico di giovani a cui cerca di comunicare l'importanza di non smettere mai di sognare e di credere ai sogni. “Il Nulla” che uccide Fantàsia rappresenta la maturità della società civilizzata che spinge i suoi componenti a interessarsi di aspetti materiali, abbandonando la spiritualità e quella fantasia che fa volare in mondi lontani, restando sempre confinati nel medesimo luogo. Bella la parte all'interno della biblioteca che richiama la massima di Umberto Eco secondo la quale chi non legge vive una sola vita, mentre un lettore ne vive di milioni. Leggendaria la colonna sonora, con musica firmata anche dal “nostro” Giorgio Moroder. Evergreen.
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