Regia di Etan Cohen vedi scheda film
In quel di Bel Air vivono James King, multimilionario, e Darnell Lewis, gran lavoratore che tiene pulita l’auto del riccone. Il primo è bianco e il secondo nero, il primo un truffatore e il secondo onesto, il primo un superficiale commerciante di affetti di plastica, il secondo un marito premuroso. Tutto secondo stereotipi, insomma. Quando King viene condannato per frode a dieci anni, decide di usare i 30 giorni che gli rimangono per imparare il nuovo stile di vita che lo attende. Assolda dunque Lewis, sulla base del pregiudizio che vorrebbe un nero associato obbligatoriamente a un delinquente avvezzo alle carceri. Il nuovo partner sta al gioco e inizia così un percorso di abbrutimento gangsta, di controformazione aperta dalla solita I Love It delle Icona Pop - ormai prevista dallo standard di certa stucchevole (com)media americana contemporanea -, scandita da una continuità di montaggio da film amatoriale e da sfiancanti inserti videoclippari R&B. Il gusto per il demenziale si esaurisce in un paio di gag ad accumulo di assurdo e in altrettante esibizioni del deretano del volenteroso, gigionesco, apprezzabile Will Ferrell. Il politicamente scorretto a sfondo razziale è patinato, il gioco degli equivoci poco dettagliato: l’irriverenza di Duri si diventa si stempera così nella riverenza dei più triti cliché di una commedia incapace di andare oltre la superficie della satira sociale. Urgono idee nuove.
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