Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Il commovente fascino di una scelta "diversa" e radicale, compiuta non con rabbia, ma con immenso amore ed infinita serenità d'animo. L'obiettivo freme di attesa e di stupore mentre segue i primi, durissimi passi della protagonista nel mondo chiuso e silenzioso del sacrificio totale e dell'oblio delle cose terrene. Ogni rito è parte di una prova, istruttiva ma umiliante, ogni prescrizione è parte di un nuovo modo, sublime però disumano, di concepire la propria vita. Davanti a tutto ciò lo sguardo di Zinnemann mantiene un reverenziale distacco, che è un misto di ammirazione e compassione. Audrey Hepburn/Suor Lucia è la fragile icona di una femminilità apparentemente repressa, eppure splendente, e portatrice di una volontà solida, eppure delicatamente venata di dubbi ed inquietudini. Il suo dramma è la difficoltà di scindere la determinazione dal desiderio, la fermezza dall'orgoglio, l'obiettivo dal sogno. L'origine del suo tormento è il conflitto tra ciò che sgorga dentro l'anima e ciò che viene imposto dalla regola dell'obbedienza: lo zelo che anima Suor Lucia è uno slancio sentimentale che si dirige sì verso l'alto, ma solo dopo aver attraversato il dolore proprio e altrui, e per questo si trascina dietro tutta la sostanza delle passioni umane. "La storia di una monaca" è un racconto semplice, ma finemente articolato, come lo è la perfezione: un concetto che si afferra in un istante, ma che si realizza solo attraverso un percorso tanto periglioso quanto indecifrabile.
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