Regia di Gianclaudio Cappai vedi scheda film
Uno sguardo originale, un'atmosfera opprimente e un paesaggio (fisico e mentale) molto cupo sono i punti di forza dell'esordio alla regia di Gianclaudio Cappai, che tratteggia un neo-noir intorno alla malattia e al misterioso passato di Bruno, ottimamente interpretato da Michele Riondino.
Approfittando di un viaggio di lavoro della compagna, Bruno (Un ottimo Michele Riondino) cerca forse per la prima volta di affrontare i presunti responsabili del male che lo sta logorando dentro e fuori; riuscirà a guarire come credeva? Recuperato in Dvd, il film di Cappai si è rivelato per me molto interessante sia per la tematica che per l'immaginario visivo trasposto in scena. Una spettrale pianura e gli antri oscuri e polverosi di una vecchia fornace fanno da sfondo a questo noir bruciante, dove in una claustrofobica atmosfera di tensione tre personaggi si respingono e si attraggono mossi più da un esasperato istinto di "sopravvivenza" che da un consapevole risvolto psicologico. Tra di loro, ambiguo e implacabile, c'è un intruso che porterà a galla il retroscena del loro apparentemente casuale incontro. Come accenanvo prima, l'immaginario di questa pellicola si forgia amalgamando un livello realistico molto forte, talvolta aspro, ad un altro invece più psicologico e destabilizzante che apre derive insolite in un genere codificato quale può essere il revenge movie. Il merito maggiore di questo film rimane probabilmente la sua estraneità rispetto ad un panorama cinematografico che richiede invece di incasellare qualsiasi storia, qualsiasi personaggio. Ogni tanto si ha bisogno di universi ed emozioni meno rassicuranti, e "Senza lasciare traccia" regala con forza questo tipo di esperienza visiva.
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