Regia di Henry Koster vedi scheda film
Modesta versione hollywoodiana della biblica vicenda della sacerdotessa pagana Ruth e della sua tormentata conversione all'ebraismo, che le causò la persecuzione da parte degli adoratori del culto a cui apparteneva e la costrinse ad una drammatica fuga fino a Betlemme. Il regista Henry Koster allestisce, con la complicità dello sceneggiatore Norman Corwin, un kolossal farraginoso e irrisolto, lento nell'incedere e statico nella composizione di una messinscena eccessivamente scarna, assai distante dall'epica magniloquenza delle analoghe produzioni di argomento storico-biblico dell'epoca: i toni più intimistici di alcune sequenze posseggono un'efficace densità espressiva e buona tenuta spettacolare, ma alla lunga il film finisce per arrancare faticosamente tra pompose scene madri, eccessive lungaggini e debolezze di ispirazione, senza neanche il conforto di un nutrito cast di star ad animarne le flemmatiche movenze (con Elana Eden, Stuart Whitman, Tom Tryon, Peggy Wood e Viveca Lindfors a comporre il quintetto di interpreti principali).
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