Regia di Olivier Coussemacq vedi scheda film
Celine è un’adolescente sola e sbandata. Rimedia soldi con l’aiuto di un ragazzo come lei il cui hobby è quello di ammazzare i cani e collezionarne i collari. Il sistema per rimediare soldi è quello di avvicinare uomini e fargli intendere che lei si prostituisce e poi, con la complicità del suo ragazzo, aggredirlo e prendergli soldi con la minaccia di denunciarlo.
Con queste premesse c’è assai poco da aspettarsi di buono dalla ragazza. La notte lei si rifugia per dormire in una grande villa che ha una dependance. Il posto prescelto per passare la notte sembra casuale ma poi si scoprirà che è tutto un disegno preordinato. La casa appartiene a un austero signore (Henry) che vive nell’agiatezza con la moglie Nathalie. Vivono soli, non ci sono figli, lui in casa legge libri e lei la sera esce (non sempre) per partecipare a delle riunioni di beneficenza.
Apparentemente casualmente Celine, una sera che Henry è solo, viene scoperta e il padrone di casa, stupito della giovane ospite, la invita in casa e si incuriosisce alla ragazza che appartiene a un mondo così diverso da suo.
Celine farà in modo di non tornare più ai servizi sociali ma resterà a casa di Henry dopo che la riluttante moglie acconsente.
A questo punto si capisce che non ne verrà fuori nulla di buono. La ragazza ha un piano e lo attua con fredda determinazione nascosta dietro un’apparente innocenza e ingenuità. La madre della ragazza è in carcere per omicidio del marito che voleva violentare la figlia (Celine) ma, in realtà, ad uccidere il padre è stata Celine e la madre se ne è addossata la colpa per amore della figlia. Il giudice che ha condannato la madre è Henry e il piano della ragazza è ottenere la libertà della madre costringendo Henry dopo averlo coinvolto sessualmente con lei.
Celine è molto abile a superare la correttezza e anche l’atteggiamento paternale che ha Henry verso di lei e a trasformare questo in una morbosa attrazione erotica che turba i sogni e l’immaginario del giudice. Tra di loro non succede nulla di particolare ma Henry è tormentato da questa attrazione e la ragazza fa in modo che la moglie lo venga a sapere. Alla fine Celine otterrà la liberazione della madre con un tragico finale per il povero Henry.
E’ un film ben fatto e ben interpretato. Due mondi contrapposti, quello di Celine e del suo ragazzo, persone senza risorse e senza speranza, e quello del giudice e la moglie, famiglia agiata che vive nella tranquillità e nel benessere. Mi ha colpito Celine, la capacità di fingersi una virginale ragazzina innocente bisognosa di aiuto e protezione e trascinare nella rovina un uomo avveduto e per giunta un giudice mentre è in realtà è tutt’altro.
E’ un film molto statico, quasi teatrale, perché si svolge quasi sempre in casa per mostrare i meccanismi psicologici messi in atto da Celine per insinuarsi in quella casa ed ottenere i suoi scopi. Brava l’’interpretazione del Giudice, che non capisce in quale guaio si va mettendo e alla fine ne sarà travolto.
(film visto al Centro culturale francese di Palermo, con sottotitoli)
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