Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Dopo tanti anni ho rivisto questa ottima biografia di Glenn Miller e, per me, è stata una rivisitazione della mia gioventù. Nel ’46 a 10 metri da casa mia c’era un accampamento di soldati americani ed io, che ero sempre in strada, quotidianamente avevo occasione di ascoltare la musica di questo grande suonatore, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra che dava una piacevole dolcezza ad un genere musicale, lo swing, a cui non eravamo preparati dal periodo storico precedente. Fu forse il primo che si rese conto, usufruendo delle possibilità tecniche offerte dalla radio che consentiva una diffusione capillare, di quale effetto psicologico di massa poteva avere su quei giovani soldati chiamati al peggiore compito che un uomo può essere costretto ad affrontare: la guerra. Il poter ascoltare una musica capace di suscitare emozioni, ricordi dei familiari , di casa, della fidanzata indubbiamente consentiva momenti di alleggerimento allo stress costantemente prevaricante sulla loro vita. L’uso sistematico di forme di alleggerimento psicologico nei combattenti tramite diffusione di canzoni familiari molto conosciute è stato ben ripreso da diversi altri film: “Good morning, Vietnam”, “Apocalypse now”, tanto per citarne alcuni. Per la parte tecnica (e non solo) del film raccomando la lettura dell’opinione di Fabio1971. Il mio intervento vale solo come esposizione di momenti emotivi personali. Voto 8
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