Regia di Fabio Massa, Lucio Ciotola vedi scheda film
Sulle note di una canzone partenopea sentita a Sanremo 2010, parte la fuga (da fermo) di un film teneramente fuori da tempo e logiche commerciali. Corrono alle vacanze intelligenti, con proverbiale flemma made in sud, gruppi di famiglia ritratti nei rispettivi interni stilizzati: una maglietta del Napoli appesa al muro, Maradona stampato in petto, canotti che volano dalla finestra e condomini che si vantano di villeggiare “a scrocco”. Località ignota alla signora Scannapieco, in partenza per Salve - provincia di Lecce e miccia di incredibili doppisensi -, con tris di figli di cui uno mangia per tre, l’altro non parla per uno e la femmina si chiama Sharon (nessuno ha ritenuto necessario caratterizzarla ulteriormente). La strada per il mare s’allunga nonostante la crisi, e l’auto gira attorno a una rotonda per abbattere i costi di una trasferta: battute leitmotiv ed è subito Puglia, con i piccoli problemi di cuore dei figli più grandi e i grossi problemi di stomaco di quelli più giovani e voraci. Impasto arraffazzonato di bambineschi equivoci (l’amore al tempo della chat in primis), innocua sequela di macchiette su sentiero tracciato da product placement inevitabili, lo script infila un calo di vista per legittimare una capatina dall’ottico e una partita di calcio per indossare il logo dello sponsor locale. Unico nume tutelare resta Diego Armando, che compare pure appeso al collo della fanciulla nordica. E per giustificare l’irrinunciabile fede calcistica, arriva la pretestuosa sottotrama malinconica: taglia, cuci, rappezza.
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