Regia di György Pálfi vedi scheda film
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Dopo la visione di Taxidermia, che mi aveva convinto assai, ho reperito, con enorme difficoltà, questa ultima fatica del regista ungherese.
Se permettete una facile e sintetica osservazione iniziale possiamo dire che Palfy ha riproposto 'l'operazione Taxidermia' aggiornandola ai giorni nostri; la prima era ambientata nel periodo precedente la caduta del muro (come parodia del periodo socialista in Ungheria) questa potrebbe essere ascritta ai giorni nostri (parodia della situazione attuale in Ungheria o per estensione del mondo civilizzato(?))
Devo dire che la visione di Free Fall, o Szabadédes in ungherese, non mi ha entusiasmato granchè poichè anche l'uso del grottesco ha un limite che in questo caso è stato superato in alcuni casi: sempre secondo i miei canoni di sopportabilità (e vi assicuro sono molto estesi) oppure non ha 'morso abbastanza' nel caso di altre sequenze.
L'impianto di Free Fall ricalca quello usato in Taxidermia cioè una serie di episodi collegati tra loro (in cui il filo conduttore è meno chiaro di come lo fosse nel caso di Taxidermia) ed in cui i personaggi (umani?) vivono una esistenza che li porta (futuro distopico (?)) a compiere azioni tra il ridicolo ed il mostruoso, vedi l'episodio dellla pratica dell'aborto al contrario (si avete capito bene), nell'unica sequenza veramente interessante e originale ma che sconsiglio ai deboli di stomaco.
L'idea che mi sono fatto è che il regista (delfino di Tarr (?)) riproponga la tematica dell'Apocalisse del Maestro (sempre Tarr) in maniera più 'commerciale' e quindi 'furbina', anche se l'aggettivo 'commerciale' difficilmente si addice ai canoni odierni di commerciabilità vedendo la fruizione media del prodotto 'filmico'.
Comunque se questa recensione vi incuriosisce vedere Free Fall non fa mai male, magari qualche spunto di interesse potrebbe comunque nascere, altrimenti un bel film di Supereroi in uscita c'è sempre e lì non si sbaglia mai!
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