Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Nella New York d'inizio anni '50 scoppia la passione tra la borghese Carol (Cate Blanchett), una distinta signora con marito e figlia, e la commessa di un reparto giocattoli di un grande magazzino Therese (Rooney Mara), molto più giovane ed anche lei con una relazione etero in corso con un suo coetaneo, conosciutesi casualmente quando la prima si è recata nel negozio dove la giovane donna lavora per acquistare in periodo natalizio un regalo per la figlia. La storia, che viene narrata in buona parte in flashback, si sviluppa in maniera tortuosa per le due donne e inevitabilmente per le persone che le circondano, segnando le loro esistenze sotto tutti i punti di vista.
'Carol', diretto da Todd Haynes, cineasta già attivo da vent'anni ma poco prolifico - questo è il suo sesto lungo per il cinema - è un dramma che vira verso il mélo, genere prediletto dall'autore e meglio trattato nel bellissimo 'Lontano dal paradiso', film che esplora anch'esso una storia anticonformista dai contorni razzisti sempre in un contesto anni '50, basato sul romanzo di Patricia Highsmith, autrice molto trasposta al cinema, i cui adattamenti migliori dalla carta allo schermo sono 'L'altro uomo' di Hitchcock e 'L'amico americano' di Wim Wenders, e analizza una relazione a sfondo sessuale tra due donne sullo sfondo dell'America puritana e convenzionale dei Fifties che, se da un lato è ben rievocata grazie all'impeccabile ricostruzione d'ambiente - le scene, i costumi, l'abbigliamento, le acconciature - e all'atmosfera nostalgico-vintage, ricreata grazie al mago delle luci Ed Lachman (candidato all'Oscar), da un altro soffre di molteplici problemi sia a livello di storia, con un procedere a dir il vero troppo meccanico, a scatti, del rapporto tra Carol e Therese, sia di delineazione dei personaggi, schematizzati e semplificati nel dualismo dovuto al diverso rango di appartenenza le due protagoniste, unicamente dei manichini tutti gli altri, privi di qualsivoglia spessore, ma ancor più nella messa in scena, accurata e meticolosa, con inquadrature ricercate al limite del calligrafico, ma che trasmettono al contrario una sensazione di freddezza e soprattutto di meccanicità, una volta che la storia approda a sviscerare il legame dal punto di vista sessuale.
Passando alle prove delle due attrici, che ai Golden Globes e anche a Cannes, dove Rooney Mara ha ottenuto il premio per la migliore interpretazione femminile lo scorso maggio, sono state equiparate nella medesima categoria come protagoniste, al contrario dell'Academy, che le ha nominate entrambe ma Cate Blanchett tra le protagoniste e Rooney Mara tra le non, devo dire che i miei favori vanno alla giovane attrice americana, a mio avviso più naturale, rispetto alla collega australiana che, seppur dotata di un carisma maggiore, mi è parsa in più punti atteggiarsi in espressioni e gestualità un po' troppo da 'prima della classe'.
'Carol' è come un quadro che appare bello in superficie ad un primo sguardo, ma dal quale traspaiono poche emozioni, se lo si scruta in profondità.
Voto: 6,5.
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