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Carol

Regia di Todd Haynes vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Carol

di Chiappo
5 stelle

Raramente ho sentito la necessità di dire la mia come questa volta come raramente mi è capitato di essere in così totale disaccordo con la maggior parte delle recensioni lette sin'ora. La mia opinione su uno dei film più attesi dell'anno che ha però deluso le mie aspettative.

E' doloroso raccontare di una delusione sia pure una delusione cinematografica. Proverò a farlo partendo da un presupposto: stimo Todd Haynes dai tempi di Far from heaven e mi ha sempre affascinato la sua capacità di lavorare per sottrazione nella sua poetica senza cedere a facili sensazionalismi anche quando i temi, come quello dell'omofobia e del razzismo, rappresentano trappole retoriche dai quale è difficile tirarsi fuori. 

Questa volta però il regista sottrae dallo zero mettendo in scena la storia di due donne, la facoltosa e sofisticata Carol (interpretata da una fin troppo trattenuta Cate Blanchett) e la giovane e spaesata Therese (Rooney Mara in versione Audrey Hepburn lesbica), che si incontrano nel negozio di giocattoli dove lavora quest'ultima e si innamorano quasi come per incantesimo in una New York degli anni Cinquanta magnificamente resa (questo sì ma non basta) e con tutte le controindicazioni del caso sia per quanto riguarda il diverso ceto sociale al quale appartengono ma soprattutto perchè siamo in un periodo storico in cui l'omosessualità può venir usata dal gretto e insensibile marito di Carol (interpretato da un grossolano e monocorde Chandler) per eccepire la clausola di moralità per ottenere l'affido esclusivo della figlia.

 

Cate Blanchett

Carol (2015): Cate Blanchett

 

Il film però non propone una scena, una che giustifichi l'entusiasmo col quale è stato recensito ma soprattutto che renda l'idea della sofferenza della protagonista nel dover "vivere contronatura"; i dialoghi si trascinano stancamente mischiati con scene d'intimità veramente gelide e poco sentite sino all'inaspettata scena finale in cui si condensano tutte le difficoltà del regista nel sublimare ricercatezza stilistica, eleganza e contenuto: un pov rallentato con una Carol dallo sguardo spettrale (come se Blue Jasmine fosse rimasto incollato a Cate Blachett) e un nuovo telefonatissimo inizio tra le due protagoniste che chiude un'opera deludente.

 

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