Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Non è facile per me cimentarmi con questa recensione proprio dopo aver appreso (da circa un quartod'ora) della scomparsa di David Bowie. Incassata la notizia terribile, rimanderò dunque a più tardi il momento dell'elaborazione di un lutto così pesante. Diciamo che, dopo il blocco natalizio in cui per qualità avevano indiscutibilmente primeggiato Spielberg e Allen, ora siamo alle prese col post-Natale. E aggiungiamo che se il biglietto da visita (duplice) è dato da "Carol" e "La grande scommessa" (per quanto mi riguarda due capolavori), beh, allora possiamo nutrire fiducia in questo 2016 che ci aspetta. CAROL è un filmone, una gioia per il cuore di noi appassionati di grande cinema. Un film che penetra nell'intimo del mondo dei sentimenti, e lo fa con una delicatezza e un impegno che fanno di quest'opera un capolavoro. Onore dunque (prima di rendere omaggio a due interpretazioni epocali) ad un regista che (non mi vergogno della mia ignoranza) conoscevo poco o niente, il bravissimoTodd Haynes, di cui sto leggendo in giro diverse interviste promozionali in cui egli dice cose di estrema intelligenza. Siamo a New York agli inizi degli anni 50 (diomio quanto adoro le rappresentazioni al cinema di quegli anni!!!). Carol e Therese sono due donne assai diverse (in tutto) e però maturano negli anni uno stesso atteggiamento di disagio per dei canoni sociali/umani che digeriscono sempre di meno. E fatalmente i percorsi delle loro inquiete esistenza finiscono per incrociarsi. Therese è di umili origini, lavora al banco-giocattoli di un grande magazzino. Persona modesta, sottoposta ad un tran tran quotidiano cui lei però non è rassegnata, e spera un giorno di diventare fotografa. E vive con malcelato disagio anche le avances dei corteggiatori (è carina e non le mancano), che però lei tratta con distanza e senza ripagarli con alcun entusiasmo. Carol, invece, ha una famiglia borghese (medio alta direi, con un marito e un piccolo figlio) delle cui convenzioni sociali è completamente schiava. Ma anche lei non è per nulla soddisfatta, intanto perchè il marito (scusate ma non mi vengono altri termini) è un classico "cazzone", poi con lui le cose sono sempre più difficili e ovviamente aggravate dalla presenza di un figlio che adora la madre (nonostante il padre -pagando fior d'avvocati- riesca a sottrarlo quasi sempre a Carol). La quale sta andando per questo fuori di testa. Ma un destino imprevisto ci mette lo zampino, facendo incontrare (termine quanto mai esatto) i desideri, le aspirazioni, le idee, di queste due donne, che si stavano cercando senza saperlo. Nasce tra le due prima una bella intesa e poi una passione senza freni. Ma questa è solo la partenza di un magnifico film che tutti devono vedere. Ripeto che ho amato da morire la perfezione con cui Haynes ha ricostruito (una meraviglia assoluta) l'estetica e lo spirito di quegli anni (anche le musiche, ad un certo punto Therese regala a Carol un album di Billie Holliday). Le figure degli uomini sono messe in scena in modo da evidenziarne (giustamente ) la superficiale ottusità, mentre le due protagoniste alimentano una storia dolorosa e struggente che dobbiamo accreditare allo sceneggiatore Phillys Nagi (che ha lavorato sulla base di un romanzo di Patricia Highsmith). Gli sguardi qui sono molto importanti. Quelli sofferenti/insofferenti ed afflitti di Carol ma io ho vissuto con grande Amore soprattutto i due occhioni smarriti di Therese (l'ho adorata!!). Un film perfetto. Nobile. Ineccepibile nel suo Raccontare il Travaglio dei Sentimenti. Io non faccio probabilmente testo, ma l'ho visto due volte e mi manca già.
Cate Blachett e Rooney Mara da oscar, ça va sans dire.
Un raffinato mélo che nessuno può permettersi di perdere.
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scusa però...una recensione così entusiastica e non ti accorgi che il figlio di Carol in realtà è una figlia. io non ho ancora visto il film, ma il particolare mi pare solo in parte trascurabile. dal trailer ho notato che hanno deciso di cambiare il personaggio e abbassare l'età, invece mi pare abbastanza significativo che nel libro la bambina sia sui 7-8 anni, e quindi meno simbioticamente attaccata alla madre. inoltre non compare quasi mai nella narrazione, se non in conversazioni telefoniche e nei racconti di Carol a Therese
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