Regia di Todd Haynes vedi scheda film
sotto la confezione elegante e preziosa a cui todd haynes ci ha abituati, come nei migliori film e nei migliori melodrammi, si nasconde l'ipocrisia della società degli uomini. la società divisa in due. tra chi consuma e chi serve il consumatore. la società che affronta gli invertiti. nella fattispecie l'amore lesbico. a una donna poteva essere rivolta una diffida morale. la condotta morale in quegli anni, in una certa classe era molto importante. una donna della buona borghesia repubblicana che ha già infranto le regole una volta innamorandosi di una donna, si ripresenta ad esigere di vivere felice. il marito cosa fa per riportarla all'ordine?... le toglie la figlia per condotta immorale. di fronte alle leggi di una classe dirigente una donna colta dal panico cosa fa?... accetta anche le cure di uno psicoterapeuta, nonostante sia ben consapevole che non ci sia nulla da curare. due concetti sono ben importanti, almeno per me, in questo film. il fatto che più di una volta Carol ripeta che "la colpa non è di nessuno", e alla fine quando guarda il marito e gli dice che il processo sarebbe tremendo e "noi non siamo persone tremende". le persone, anche il marito che rivuole la sua tranquillità familiare, possono non essere persone tremende, ma è il comportamento imposto da un certo pensiero ad esserlo. all'epoca, come ADESSO! sono quei film che sembrano innocui e invece sotto la perfezione di una splendida carrozzeria, la ruggine cova e mangia le persone ancora vive. così come in "maurice", anche in "carol" è importante il significato di una fine che sia lieta e speranzosa. all'epoca certo, ma OGGI ANCOR DI PIU'.
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