Regia di Steve Martino vedi scheda film
L’universo dei Peanuts non conosce il tempo, ma solo le stagioni: un inverno innevato da far scivolare sul lago ghiacciato, tra le luci e le carole di Natale, una primavera in cui lottare contro l’albero mangia-aquiloni e le mazze da baseball, una lunga estate finalmente senza scuola. Uno spazio d’eterna iterazione che fa in partenza a pugni con la parabola d’evoluzione di personaggi cinematografici; per il primo lungometraggio realizzato dopo la scomparsa di papà Charles M. Schulz, gli eredi dell’autore e il team Blue Sky (L’era glaciale) costruiscono perciò una trama-contenitore che possa incorporare la ripetitività delle vignette. Charlie Brown è innamorato della Ragazzina dai capelli rossi (che si vede e non si vede: un buon compromesso) e fa di tutto per conquistarla (impilando sonori fallimenti), mentre Snoopy sfreccia nei cieli della fantasia in una lotta senza esclusione di colpi con il Barone rosso. La duplicità della scelta grafica - un’animazione 3D in CGI cui sovrapporre i tratti a due dimensioni del fumetto - riassume al meglio lo spirito dell’operazione: il vintage e l’innovazione, la nostalgia per gli adulti e le risate per i bambini, i tormentoni storici e le discutibili canzoncine moderne. Per strada si perdono inevitabilmente la struggente malinconia e la disarmante filosofia delle “noccioline”: l’opzione “omaggio attualizzato” è allo stesso tempo una via piacevole e il principale limite del film. In ogni caso: a presto, Charlie Brown!
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