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Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts

Regia di Steve Martino vedi scheda film

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La recensione su Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts

di supadany
7 stelle

Trasporre in un lungometraggio i personaggi scaturiti nel corso di tanti anni dalla penna di Charles M. Schulz non era la più facile delle missioni, impossibile trasportare un linguaggio del genere traslandolo su un’ora e mezza (scarsa) dando ai tanti personaggi il loro “momento” di gloria.

Si sceglie un approccio diretto che si fa apprezzare soprattutto per il suo essere fuori dal tempo, lontano da quello di oggi che prevede ritmi serratissimi e non da spazio all’ingenuità ed ai valori più elementari (spesso proprio dimenticati, dagli adulti così come dai giovanissimi).

La vita di Charlie Brown prevede una (piccola) sventura dietro l’altra, fino a quando un giorno arriva nella sua classe una (la) ragazzina dai capelli rossi ed è amore a prima vista.

Il suo scuderio Snoopy farà di tutto per aiutarlo nella sua conquista, tutto sembra sempre andare storto, ma Charlie non s’arrende anche quando tutti lo deridono apertamente e l’ennesima occasione pare persa.

 

scena

Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts (2015): scena

 

Premessa mai doverosa come in questo caso, non sono un tuttologo delle strisce di Charles M. Schulz anche se, per un motivo o per l’altro, centinaia sono capitate sotto i miei occhi sia quando ero ragazzino (negli anni ottanta), sia oggi, quando le popolari vignette finiscono più volte anche sui social per rappresentare, in pochissime battute, svariati stati d’animo e quasi sempre all’insegna di un’intelligenza felice.

Già l’arrembante logo della 20th Fox viene accompagnato dalle note di Beethoven lanciate al piano da Schroeder, tutta la nutrita squadra fa il suo esordio in gruppo, ognuno col suo celebre marchio di fabbrica, tra la coperta di Linus, l’acidità di Lucy, le magliette tutte uguali di Charlie e l’estro di Snoopy che finisce sempre nel mezzo della tenzone.

Parte così una visione vignettistica che trova un discreto compromesso tra la necessità di un aggiornamento grafico per affrontare la sfida del cinema, tanto più quello di oggi, e la ragione originale.

La chiave del lungometraggio arriva nell’amore, quello più tenero, con la difficoltà di esprimere le proprie emozioni, la sfortuna che ti perseguita nei momenti decisivi, ma anche la volontà di non arrendersi mai perché la vita ci riserva sempre un’altra possibilità e poi in fondo ci ricorda come quante volte ci facciamo mille problemi che poi tali non sono.

In parallelo, spazio per Snoopy e le sue fantasiose sfide volanti accompagnato da Woodstock, motivo per mostrare un’animazione più moderna anche se poi, per fortuna, si ricordano maggiormente i personaggi con i loro inciampi ed in fondo tante evoluzioni nemmeno servivano.

Privo di artifici (non fosse per quanto appena accenato), abbastanza attento in uno sviluppo che predilige la semplicità (come una serie di vignette in sucessione), con i marchi caratteristici in (bella) evidenza ed uno spirito che non si trova nei cartoon odierni, almeno non in quelli con cui entra direttamente in competizione (ovvero i più popolari).

Un buon motivo per gli adulti per risentirsi nuovamente ragazzini e per i ragazzini … semplicemente per sentirsi tali (anche se difficilmente apprezzeranno).

Con immediatezza e senza paura di dover stupire (il che rende comunque non facile esserne entusiasti).

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