Regia di D.M.W. Greer vedi scheda film
29° TORINO GAY AND LESBIAN FILM FESTIVAL
Annunciato pomposamente come "il primo kolossal gay", questo film sulla discriminazione degli omosesssuali nell'esercito americano durante il periodo dell'ipocrita legge "Don't Ask, Don't Tell" si è rivelato una delle più cocenti delusioni di questo TGLFF.
Ambientato negli anni '90, si focalizza sulla storia di un gruppo di piloti di aerei di stanza su una porterei della Marina statunitense.
Durante una sosta a New York City i ragazzi passano una notte in un bar gay e tra due di loro, seppur sposati e fidanzati, nasce una relazione omosessuale. In seguito ad alcuni incidenti mortali a bordo della portaerei un ispettore è inviato a bordo per indagare. Quando gli arriva la soffiata che alcuni marianai sono stati visti in un club gay a New York la sua indagine di tramuta in una caccia alle streghe persecutoria contro la presunta "cellula gay" tra i marinai, utilizzando anche pretesti ridicoli, come una foto nudi scattata per scherzo tra i commilitoni, per lanciare una campagna persecutoria che distruggerà vite e carriere.
Quello che poteva essere un solido e appassionante dramma sulla discriminazione si rivela invece un polpettone noiso ed indigesto. Il regista e sceneggiatore D. M.W. Greer è lui stesso un ex pilota gay il cui ragazzo morì in un incidente di volo, per cui ci si sarebbe aspettati che la storia venisse raccontata in modo profondamente intimo e personale: invece il dramma della discriminazione subita dai protagonisti viene trattato in modo abbastanza superficiale, per cui il film non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Il film ha effettivamente ambizioni da kolossal nelle scene sulla portaerei, ma non è nulla che non si sia già visto e stravisto in mille altre pellicole, e spesso, evidentemente per ragioni di budget, il regista evita di mostrare certe scene anche importanti (gli incidenti aerei) che sarebbe stato troppo costoso filmare, dando così l'idea di un "vorrei ma non posso" abbastanza imbarazzante.
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