Regia di Mikel Rueda vedi scheda film
Ibrahim e Rafa, diversi, anzi contrastanti nel fisico, razza, Stato e continente di appartenenza, si ritrovano soli e solidali per percorrere i momenti salienti della vita di uno dei due, ad un bivio tra l'ottenimento dei permessi e la clandestinità da affrontare con il suo nuovo e unico amico di vita. Tenero approccio all'amore adolescenziale.
Fuga dal continente e dal paese natio, in cerca di una nuova vita. All'interno di un flusso migratorio di proprorzioni ormai bibliche, in A Escondidas (titolo internazionale Hidden away, in Francia uscito come Fronteras) seguiamo la vita che un centro di accoglienza di una grande città spagnola riserva a Ibrahim, un aitante ragazzone dal fisico possente ma dai modi gentili che si divide tra scuola e piscina, in attesa di ottenere un visto che sembra tuttavia sempre essere boccato da una burocrzia perseverante e insistente.
Quando scopre che la sua attesa è vana, il ragazzo sceglie la via della fuga, ritornandocon la mente alle drammatiche vicissitudini che lo portarono, sotto un camion, appeso ad una tavola di legno tra le ruote di un furgonato, in Europa dal natio Marocco.
Poco prima il ragazzo si era imbattuto, nelle toelette di una discoteca, nel coetaneo spagnolo Rafa, minuto ma dal piglio sicuro, idolo delle ragazzine per quel suo modo di fare sbarazzino e per una certa piacevolezza d'aspetto che lo mette al centro degli interesso delle coetanee.
Ma Rafa trova in Ibrahim l'amico del cuore, o forse molto di più, considerato che la timidezza, l'inesperienza e il senso di vergogna che prende entrambi i ragazzi anche solo dinanzi all'ipotesi di essere attratti reciprocamente, li induce a bloccarsi e a impedir loro di esprimersi ed aiutarsi reciprocamente a capire.
Non c'è molto altro in Fronteras, un piccolo film semplice, girato a basso costo dall'esordiente giovane Mikael Rueda, con un budget che non prevede effetti fotografici di gran rilievo e sceglie la via di un faticoso e a tratti forzato flashback alternato per raccontare gli aspetti salienti di una tenera storia di attrazione che ha tutte le caratteristiche per percorrere i sentieri lineari di una incerta ma potente prima storia di innamoramento.
Il passo incerto ma apassionato, e la povertà dei mezzi tecnici spesso inevitbile in un'opera di esordio, non impediscono tuttavia al regista di concentrarsi in modo convincente sull'introspezione accurata dei due personaggi, adolescenti prblematici pieni di ritrose e contraddizioni, quelle tipiche di un'età in grado di renderli maldestri ma genuini: i tratti salienti di un immaturità che fa parte dell'essere e dell'età che li caratterizza; caratteristiche tutte che i due attori giovanissimi e freschi - Adil Koukouth e German Alcarazu - davvero bravi nella semplicità disincantata delle reciproche interpretzioni un pò bloccate e goffe - riescono a rendere interessanti, forse addirittura appassionanti nella semplicità e scontatezza delle vicende di cui si rendono complici e protagonisti appassionati e frementi.
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