Regia di Sarah Gavron vedi scheda film
Un buon film di denuncia, onesto e con un ottima protagonista. Chi vuole farsi un idea sul movimento delle suffragette sicuramente troverà questo film interessante.
Di solito, quando si gira un film politico o un film di denuncia come in questo caso bisogna stare molto attenti a due cose in particolare. La prima è quella di riuscire a proporre il tema trattato in modo chiaro, veritiero e coinvolgente. La seconda è quella di non stereotipare gli "avversari" creando così dei personaggi tagliati con l'accetta.
Suffragette riesce in entrambi gli intenti proponendo un film di denuncia semplice, valido e alla portata di tutti. La prima cosa che salta all'occhio è la bravura della protagonista Carey Mulligan. La sua Maud Watts è un personaggio che durante tutta la durata del film evolve. La regia, grazie all'abbondanza di primi piani ci regala le sfumature del suo volto, sempre in costante cambiamento. Maud è una madre e una lavandaia. Sfruttata, violentata, non capita dal marito Maud tenta di lottare per ottenere dei diritti al pari di quelli degli uomini.
Come dicevo prima avevo il timore prima di entrare in sala che tutti gli uomini fossero rappresentati come dei diavoli, cattivi, egoisti, privi di scrupoli. Invece, giustamente ci vengono proposti uomini che abbracciano la causa e contemporaneamente donne che la ripudiano.
Emotivamente ho trovato questo film forte. Fin da subito si crea una forte empatia con la protagonista (anche grazie all'ausilio della camera a mano) e in alcuni casi si arriva proprio a provare pena per lei. Dall'altro lato però alcuni personaggi secondari come Edith (interpretata dalla Boham Carter) che si ritrovano schiacciate dalla protagonista. La costruzione dei personaggi secondari è abbastanza semplice e a volte stereotipata. Alcune scelte di sceneggiatura sono abbastanza forzate e alcuni fatti, soprattutto verso il finale, sono gestiti in maniera fin troppo frettolosa.
Dunque il film riesce negli inteti di mostrare com'erano veramente le suffraggette. Donne che volevano solamente la parità dei diritti e che attraverso fatti, anche violenti (ed estremi) sono riuscite in qualche maniera farsi notare. Non quindi semplici borghesi ma vere e proprie operaie stremate dalle violenze subite.
Noi, in questo momento diamo per scontato che il diritto di voto e la parità dei sessi sia una cosa giusta. Ma nel momento in cui scrivo, una mia ex compagna è stata brutalmente uccisa a colpi di pistola. Fatti e mentalità che sono ancora radicati in certe persone e che devono cambiare assolutamente.
Fa impressione inoltre leggere nei titoli di coda che l'Arabia saudita ha promesso il diritto di voto alle donne solamente nel 2015.
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