Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Il sentimentalismo che mi lega a una simile storia, condiziona il mio giudizio verso quest’ultima fatica (mai termine fu più azzeccato visto che ho proprio la sensazione che il regista abbia fatto una faticaccia) del Muccino senior, da me sempre evitato, con tanto di storcimento del naso ad ogni sua apparizione, non solo cinematografica, dopo la visione mi sono ricordata il motivo di cotanto accanimento: la sua incapacità di raccontare una storia senza estremizzarla al ridicolo. C’è da dire però che si parte piuttosto bene, stranamente cattura anche l’attenzione fin da subito poi, ad un certo punto, si perde nei meandri dell’ovvietà. Mai come stavolta le intenzioni sono buone, Amanda Seyfried pure, sguardi intensi e capacità espressive valide anche se non troppo notevoli, dite quello che vi pare ma a me piace. Il resto, salvando Russell Crowe, qui bravo più di quanto credessi, è solo lo sfogo americanizzato di un regista frustato dall’incapacità di fare film validi. Resta il fatto che un film, secondo il mio modesto parere, può essere definito tale solo nel momento in cui riesce a lasciare dentro qualcosa e questo lo fa nonostante il finale mielato e le battute ad effetto comico; ma io sola non faccio testo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta