Chiamato a rimpiazzare John Galliano alla maison Dior, il belga Raf Simons aveva solo otto settimane di tempo (a dispetto dei soliti 4-5 mesi) per realizzare la sua prima collezione. Con l'aiuto di un gruppo dedicato e spesso umoristico di collaboratori, Simons si è gettato a capofitto nel lavoro riuscendo a portare a termine il lavoro, nel rispetto dell'eccellenza dello storico marchio di moda.
Note
Tra immagine pubblica - lo scintillio di vetrine e flash - e lato privato - il brusio incessante e gli intoppi di un’azienda - si muove l’opera seconda di Frédéric Tcheng che mette in luce paradossi curiosi e demistificanti del mondo della moda, come la diffusa incomprensione linguistica e i budget pericolanti. Non tutta magia, insomma, nonostante la passerella finale.
Introdotto dalla voce narrante, per interposto attore, del fondatore della celeberrima maison, il documentario inizia come un thriller: le parole del couturier, riprese dalla sua autobiografia Christian Dior & moi, parlano di un perturbante sdoppiamento identitario, quello fra l’uomo e l’icona della moda. E tra immagine pubblica - lo scintillio di vetrine e flash - e lato privato - il brusio… leggi tutto
Introdotto dalla voce narrante, per interposto attore, del fondatore della celeberrima maison, il documentario inizia come un thriller: le parole del couturier, riprese dalla sua autobiografia Christian Dior & moi, parlano di un perturbante sdoppiamento identitario, quello fra l’uomo e l’icona della moda. E tra immagine pubblica - lo scintillio di vetrine e flash - e lato privato - il brusio…
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