Regia di Sergio Nasca vedi scheda film
L'aborto, o meglio il diritto d'aborto sancito per legge è uno di quegli argomenti che ancora oggi continua a dividere l'opinione pubblica e figuriamoci negli anni Settanta, nel fervere delle discussioni e nell'imminenza dell'approvazione della famosa legge 194 del 1978. Il dibattito sull'aborto, in Italia, culminò con il referendum abrogativo del 1981, che sancì l'intangibilità della norma adottata tre anni prima. Con tutti i suoi difetti e le inadempienze nella sua applicazione, la legge 194 ha garantito a tante donne, nel corso degli anni, di evitare di dover andare ad abortire all'estero o, peggio, di doversi affidare a mammane e praticone, i cui metodi sono sempre costati tante vite umane.
Detto questo (e sull'argomento si continuerà a discutere all'infinito) e preso atto che Sergio Nasca (1937-1989) non aveva la personalità e forse nemmeno la tecnica di un Marco Ferreri, devo riconoscere che, fatta la tara su un primo episodio insulso con Janet Agren e Duilio Del Prete (utile solo ad ambientare una storia d'ordinario aborto clandestino anche nel profondo Nord d'Italia), Stato interessante è un film più che sufficientemente divertente su un problema di non poco conto e che centra il bersaglio in più di un'occasione.
Nel secondo episodio spadroneggia l'ottimo Turi Ferro, gran maestro nella rappresentazione della democristiana ipocrisia, affiancato da Franco Fabrizi, ambiguo ed untuoso come il copione richiede e come il suo mestiere gli consente.
L'ultimo episodio, con Adriana Asti e un ancora fresco Enrico Montesano, è sicuramente il più tragico e secondo me il migliore, riuscendo anche a far ridere, pur in una situazione di drammatico squallore, che ha poco da invidiare, in questo senso, a quella del contemporaneo Brutti, sporchi e cattivi. In realtà, i personaggi di Nasca, in questo terzo episodio, sono fin troppo buoni e rassegnati, tanto che il loro candore muove più volte al riso, come ad esempio nella sequenza ambientata all'ufficio comunale assegnazione alloggi popolari, meno campata in aria di quanto si possa pensare.
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