Regia di Phil Joanou vedi scheda film
Un poliziotto, cresciuto in un quartiere malfamato, viene infiltrato tra i suoi ex compagni di gioventù e attuali gangster. Il film è manierato: se lo si confronta con precedenti opere del genere, dice poco di nuovo (come d’altra parte, bisogna dire, alcuni film successivi presentano punti di contatto con esso: Mystic river per la parata finale, The departed per il personaggio dell’infiltrato). Però lo dice molto bene: più che il contorno (soliti scontri tra bande rivali) risulta toccante la vicenda personale del protagonista, che vive un impossibile ritorno alle radici (lui e gli amici hanno percorso strade opposte), riprende a frequentare la sua ex che non ha contatti con l’ambiente malavitoso e rappresenterebbe l’unica possibilità di salvezza (come in C’era una volta in America, come in Carlito’s way...), ma alla fine si ritrova da solo in un bar pieno di cadaveri a celebrare una vittoria amara (sottolineata dal dolente tema musicale di Morricone). Bel film, insomma.
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