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Stati di alterazione progressiva

Regia di Alan Rudolph vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Stati di alterazione progressiva

di John_Nada1975
8 stelle

Dimenticato in fretta anche al tempo, uscito in Italia due anni dopo la sua prima distribuzione nel 1985 con un titolo e un manifesto bello ma assurdo, che lo cerca di apparentare ai film thriller fantastici e parapsicologici tipo "Stati di allucinazione" di Ken Russell(tanto che sul manifesto è utilizzata l'ultima romanticissima frase che Kris Kristofferson/Hawk scrive sul biglietto insanguinato assieme ai soldi lasciati a Lori Singer/Georgia, "Quanto ti volterai, io sarò lì!", con un punto interrogativo che non c'è, come fosse quindi la minaccia di un assassino, o di un serial-killer soprannaturale), è in realtà un affascinantissimo esercizio stilistico nel noir anni '80 postmoderno e neoclassico al contempo, dopo precedenti prove di Rudolph che già convinsero pienamente nel genere o soltanto lambeggiandolo, come ''Ricorda il mio nome''(Remember my Name)(1978), e "Choose me- Prendimi"(1984).

Bellissimo il lungo finale articolato incentrato sulle strade finali intraprese dai tre protagonisti, onirico e poetico, con Marianne Faithfull che sul testo di Kristofferson e la splendida musica minimalistico-elettronica di Mark Isham, canta appunto "Hawk".

Una chiusa umanistica e rompicuori di tale struggente bellezza e potenza evocativa per un film molto attento all'elemento umano, che pare direttamente provenire dai finali di certi film del decennio dei settanta, anche per la sua lunghezza senza ormai più alcuno bisogno dei dialoghi.

Nel suo genere abilmente rimescolato e rivisitato con grande attenzione all'ambientazione senza tempo e sempre senza sole di Seattle/Rain City(forse i primi anni '70?), a scenografie, costumi sgargianti e postmoderni dai perfetti accostamenti e colori sparati, opere d'arte e gallerie e musei, sempre così presenti nella estetica colta e studiatissima di Rudolph, da essere uno dei titoli migliori e ancora più sommersi, degli anni '80.

Ottimi Kristofferson, Carradine, e certo Divine/Harris Glenn Milstead nei panni dello spietato, colto e assolutamente pittoresco piu grande e potente gangster della città Hilly Blue, in uno dei suoi ultimi ruoli e non "en-travesti" ma vestito in giacca e cravatta, prima della prematura morte.

 

John Nada

 

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