Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Gli anni novanta partono piuttosto male per Verdone che tenta vanamente di creare una commedia brillante capace di mirare ad argomenti come il dissesto famigliare, la difficoltà di essere donna e il desiderio di libertà dell'ultra quarantenne, colpisce la parte blu in tutti e tre i bersagli per colpe soprattutto sue ma anche da ricercare altrove.
Il triangolo Castellitto - Muti - Verdone è ben presto dimenticato perchè a parte il primo elemento davvero bravo nelle sue esplosioni umorali la Ornella nazionale è più che decente quando deve sfoderare il suo charme da gatta danzante ma non è affatto credibile nel ruolo di donna angustiata dalla condizione disperata della sorella catatonica interpretata come una bambola di pezza da Yvonne Sciò e qui bisogna dire che entrambe sono mal servite da una parte di copione infilata in mezzo al resto tanto per dare un risvolto drammatico ad una vicenda altrimenti ridanciana che già di per se sta in piedi a malapena e con queste aperture fasullamente drammatiche come l'incontro con la santona il traballamento è pari ad un castello di carte sopra un carrello d'appendice e poi Verdone davvero a corto di inventiva e trovate comiche per una vecchia volpe del suo calibro, il suo personaggio non si discosta troppo da altri suoi lavori, gli riescono alla grande solo i siparietti con il bimbo rumeno che doveva essere motivo d'orgoglio ed invece è una calcio fra le palle al posto sbagliato nel momento sbagliato tirato da Schill-Hagi, sicuramente la battuta migliore del film.
La regia anche non convince più di tanto, ad esempio il loft con annesso traffico multietnico dove vive Alice è abbastanza artificioso nella sua messa in scena e pensare che in "Borotalco" Verdone aveva gestito una situazione analoga con maggiore scioltezza e meno mezzi a disposizione ed aveva ottenuto risultati eccellenti in un film corale come "Compagni di Scuola".
Il valore complessivo è davvero mediocre nonostante le musiche di Vasco Rossi nel suo periodo di massimo splendore creativo.
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