Regia di John Carpenter vedi scheda film
Un visitatore alieno arriva sulla Terra non con obiettivi nocivi ma per portare avanti una sorta di ricerca sull'homo sapiens. Il punto focale di Starman sta nella relazione che si instaura fra il visitatore e la ragazza terrestre, che porta alle estreme conseguenze discorsi sull'amore come mezzo per abbattere il razzismo (in questo caso interspecie) di opere come Indovina chi viene a cena? o il precedente L'amante indiana, anche se lo fa in modo un po' furbetto: è troppo facile far innamorare una persona ossessionata dalla nefasta fine di una relazione assumendo le sembianze del defunto, ben più interessante sarebbe stata una vicenda analoga imbastita con l'alieno che mantiene il proprio aspetto (in questo Avatar gli sarà superiore) anche se visto il tipo di produzione dubito che sarebbe stato possibile. Curioso anche il riferimento cristologico, che collega la vicenda a certi filoni della paleoastronautica, avvicinando il film a quella che fu probabilmente la prima bozza di sceneggiatura di Incontri ravvicinati del terzo tipo (quando a scriverla c'era Paul Schrader). Naturalmente, mi pare ovvio che si tratti in sostanza di un prodotto alimentare, nato sulla scia di E.T. (rispetto al quale comunque è decisamente superiore), che della poetica carpenteriana ha ben poco. Ma la sola inquadratura finale con la splendida colonna sonora di Jack Nitzsche bastano a renderlo degno di visione.
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