Regia di Gennaro Righelli vedi scheda film
Alla fine della seconda guerra mondiale, dovendo arrangiarsi, gli autisti sono soliti fare la borsa nera. Giovanni è troppo buono per riuscirci e, anzi, porta a casa un orfanello a cui presto si affezionano sia lui che la burbera moglie. Quando il padre del bambino, erroneamente dato per morto, viene a reclamare il pargolo, ci sarà una giusta ricompensa per Giovanni.
Commedia in odore di neorealismo, Abbasso la miseria! è una pellicola agrodolce che ben sintetizza lo spirito dell'Italia in ricostruzione nell'immediato secondo dopoguerra: alla disperata miseria del titolo si associa un'innata voglia di darsi da fare, così come dalla penuria di occasioni sfocia la fisiologica necessità di arrangiarsi. Dati questi presupposti, la sceneggiatura scritta dal regista insieme a Nicola Fausto Neroni (secondo Imdb.com sul copione ci sarebbe anche la firma di Mario Monicelli: ipotesi non da escludere) si limita a raccontare con un tocco di ironia le vicende di alcuni personaggi della Roma popolare, muovendo attorno alla coppia formata da Nino Besozzi (il marito onesto) e Anna Magnani (la moglie scorbutica) tutto il resto dei personaggi e dipanando di conseguenza la trama. Il neorealismo è a un passo da qui, si diceva: la storia è drammaticamente vera, ma i riflessi umoristici e il finale accomodante incanalano l'opera verso il genere leggero, di mero intrattenimento; inoltre nel cast sono presenti numerosi interpreti professionisti e pure di un certo richiamo (contrariamente agli standard del neorealismo, propenso a far recitare attori presi dalla strada): oltre ai due nomi citati troviamo Virgilio Riento, Lauro Gazzolo, Marisa Vernati e Checco Durante. Niente di trascendentale nel complesso, ottanta minuti che scorrono senza intoppi; il buon esito al botteghino del film è testimoniato dal successivo lavoro di Gennaro Righelli, Abbasso la ricchezza!, del 1946. 3,5/10.
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