Regia di Makoto Shinkai vedi scheda film
Al secondo lungometraggio anime, Shinkai prosegue, con questo film ad episodi interconnessi, la sua personale poetica riguardante la separazione e la distanza tra gli individui, narrando più che di una storia d'amore, di un sentimento d'amore che si protrae per lunghissimo tempo e che il protagonista, Takaki, non riuscirà a superare neanche dopo anni e anni di, appunto, separazione e che lo renderà così incapace di costruirsi una vita sentimentale.
La storia è dunque di una semplicità disarmante, ma sottintende una complessità di temi ed emozioni che sono rese con indubbia efficacia. Il film, inoltre, si afferma come una evoluzione nel percorso artistico del regista, e non solo sul piano estetico: se Oltre le nuvole, il luogo promessoci, era alla fin fine una storia di riconciliazione, sulla possibilità di ristabilire un legame ormai dimenticato, questo nuovo film, come si evince dal finale, riguarda, invece, in definitiva, il riuscire ad andare avanti, il proseguire nella propria vita e tentare di essere felici nel presente, piuttosto che rimanere schiacciati dalla nostalgia per il tempo passato.
Detto questo, bisogna però ammettere che talvolta l'anime, nonostante la breve durata, la tira un po' per le lunghe, è melenso e stiracchiato, profondo a singhiozzo, non troppo appassionante, e che, nonostante gli indubbi miglioramenti rispetto al primo film, il charachter design lascia ancora alquanto a desiderare.
Vi è, al contrario, una cura minuziosa nella resa di ambienti e sfondi, con una ricchezza del dettaglio che raggiunge ottimi livelli, grazie soprattutto ad un budget finalmente più sostanzioso.
Il titolo, come rivelato ad inizio film, si riferisce alla velocità di caduta dai rami dei petali di ciliegio.
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