Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
La guerra di trincea nel nordest italiano, durante un interminabile, gelido inverno: è la prima guerra mondiale.
A tre anni di distanza da Il villaggio di cartone ritorna Ermanno Olmi, nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, con un'opera che proprio da quel conflitto prende spunto, per omaggiarne i migliaia di caduti sul fronte. Fu una guerra logorante e mal gestita dal nostro esercito, ma nel film manca qualsiasi analisi politica e perfino storica della situazione: c'è solo un laconico racconto delle difficoltà e delle atrocità vissute quotidianamente nell'inverno del nordest da un gruppo di ragazzi destinati con buona probabilità alla morte. E il sentimento del terrore lascia così spazio a quello della rassegnazione, proprio come soltanto un grande regista e sceneggiatore di 83 anni (classe 1931) saprebbe descrivere. Un film misurato, elegante nella dimensione della sobrietà, esattamente come è nello stile di Olmi, che oltrettutto sa contenersi anche nella durata, limitando la pellicola a poco più di una settantina di minuti: scelta giusta, a conti fatti, vista l'indolenza della narrazione, d'altronde sempre pronta a improvvisi scatti isterici in linea con l'andamento bellico. Nel cast Claudio Santamaria, Camillo Grassi, Alessandro Sperduti, Niccolò Senni; le musiche sono di Paolo Fresu e la fotografia di Fabio Olmi, figlio di Ermanno. 6/10.
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