Regia di Pasquale Scimeca vedi scheda film
Ad avvalorare quanto detto ci pensa "Biagio", il suo ultimo film, dedicato alla vita e alle opere di Biagio Conte, passato alla storia per aver fondato - nella Palermo dei nostri giorni- tre comunità destinate ad accogliere e a occuparsi di persone senza fissa dimora. Sulla carta infatti il progetto presentava tutte le caratteristiche del modello agiografico così in voga sia nel cinema che nella televisione, e cioè un tema edificante come può esserlo quello di una conversione religiosa votata alla carità e all'amore verso il prossimo, come pure l'eccezionalità di un personaggio che nella scelta di vivere in assoluta povertà e insieme agli ultimi della terra, si riallaccia agli esempi più alti della tradizione francescana.
Nelle mani di Scimeca la santità del protagonista (laica e radicale come a suo tempo fu quella di "Placido Rizzotto"), pur presente nell'evidenza dei fatti non viene mai utilizzata per nobilitare il materiale narrativo, ne per suscitare l'ammirazione del pubblico, normalmente schiacciato dall'esaltazione dell'elemento carismatico. "Biagio" è piuttosto l'incontro con la dimesione esistenziale del personaggio, scandagliata nella sua dialettica con un paesaggio umano e naturale filmato con la stessa austerità che contraddistingue l'ascesi del protagonista. Ma "Biagio" è anche la testimonianza di un cinema che si mette in discussione, e che - attraverso le parole pronunciate nella scena finale dalla voce fuori campo- trova senso nel valore salvifico e morale di ciò che racconta. Non dimenticando che Marcello Mazzarella nei panni del protagonista dimostra di essere uno degli attori più bravi e sottovalutati del cinema italiano.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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