Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film
Assegno tre stelle ad un film che considero grazioso quanto superfluo. Grazioso perché tratto da una pièce teatrale di indubbio valore e superfluo perché “Le prénom”, il film francese che ne fu ricavato nel 2012, aveva già reso a meraviglia lo spirito dell’opera. Francesca Archibugi realizza il classico “remake” ambientando la vicenda a Roma nei giorni nostri, aggiungendo qualche flashback e introducendo qualche variazione sul tema. Finché si attiene al testo originale, l’operazione funziona grazie alla qualità dei dialoghi e alla scelta indovinata degli attori. Quando di discosta dalla matrice, invece, suscita qualche legittima perplessità. I ricordi d’infanzia evocati a più riprese non servono in alcun modo ad approfondire le dinamiche relazionali dei protagonisti, la canzone di Lucio Dalla interpretata coralmente con tanto di trenino è interminabile e oziosa, la deriva verso un crescendo di aggressività che ricorda lo splendido “Carnage” di Roman Polanski (2011) è eccessiva e sa di scopiazzato.
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