Regia di Keiichi Sato vedi scheda film
Per chi è cresciuto con il brutale calvinismo dell’Uomo tigre, il codice samurai di Rocky Joe, i deliri demenziali del Dr. Slump & Arale, la grandezza di Conan, le incursioni animate nei Cavalieri dello Zodiaco erano spesso sopraffatte dalla ricchezza di una trama al crocevia tra mitologia greca e astrologia. Ricchezza che prova a riemergere in questo reboot, dove il contesto evocato nel manga di Masami Kurumada è affidato all’intro e ad alcune rapide pennellate sui temi e i concetti principali (il potere del cosmo, il mito, le armature, le differenze tra cavalieri). Al centro la dea Athena: affidata da neonata a un esploratore, cresce serenamente e ignara del suo potere, ma quando compie i sedici anni, i cavalieri assumono il compito di proteggerla dalle maligne trame del Grande sacerdote. Imponenti e luccicanti gli standard produttivi in computer grafica, con azione, avventura, perfino musical e costanti toni da commedia mescolati con il pilota automatico, a uso e consumo dei nuovi giovani. Meno raffinata la scrittura, chiamata a sintetizzare dieci volumi di pubblicazioni su “Weekly Shonen Jump“ dal 1985 al 1990. Come per Capitan Harlock, ne fanno le spese i personaggi e la descrizione di un immaginario che finisce per deludere gli appassionati di lungo corso e spaventare chi entra in un universo da cui può uscire confuso e tutto sommato annoiato. Sopraffatto dalla spropositata sovrabbondanza grafica del tutto.
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